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Hailwood al Tourist Trophy del 1965, l’apoteosi
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Hailwood al Tourist Trophy del 1965, l’apoteosi

Settembre 10th, 2019 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Come è noto agli appassionati dello sport motociclistico, Mike Hailwood si colloca nei primi posti tra i recordmen del Tourist Trophy con 14 vittorie di cui 12 valide per il Mondiale, oltre le due ben note del gran ritorno: la TT1 con la Ducati nel 1978 e la Senior con la Suzuki nel 1979.

Mike disputò il primo TT nel 1958 (aveva da poco compiuto 18 anni), anno del debutto nel Campionato del Mondo; si presentò al via in tutte le classi singole e in sella a moto diverse: alla guida di una NSU ottenne addirittura il suo primo podio in 250; riuscì anche ad ottenere un settimo posto con una Paton in 125, un dodicesimo posto in 350 e un tredicesimo nella 500, guidando in questi ultimi due casi delle Norton.

Tre anni dopo, nel 1961, conquistò la prima vittoria nel TT dove trionfò imponendosi in tre classi: in 125 e 250 con la Honda e in 500 con la Norton. In quella occasione divenne il primo pilota nella storia del Tourist Trophy ad ottenere la vittoria in 3 categorie diverse e fu anche il primo pilota in sella ad una moto con motore monocilindrico ad infrangere la barriera delle 100 miglia orarie di media.

Ripeterà la tripletta nel 1967 (250, 350 e 500) e realizzò anche una doppietta, in 250 e 500, nel 1966.

In sintesi, dopo la tripletta del 1958, si impose ancora in altre 11 occasioni di cui 2 nella classe 250, 2 nella 350, 5 nella 500, una nella TTF1 e una, l’ultima, nella Senior del 1979 con la Suzuki 500.

Hailwood era uno specialista del TT: quando tornò nel 1978, dopo aver abbandonato il motomondiale nel 1967,  guidava ancora con la stessa precisione e compostezza dei tempi del mondiale; gli appassionati accorsero in massa per vederlo “pennellare” le insidiose curve del TT. Aveva una tecnica esclusiva nell’affrontare Bray Hill: si lanciava velocissimo lungo la discesa arrivando quasi in picchiata all’avvallamento da cui il percorso stradale risale bruscamente; in tal modo faceva si che le sospensioni si chiudessero a pacco sfruttandone poi la reazione per rilanciarsi come un proiettile nel tratto in salita.

A sua memoria nel 1981 la sezione in salita del Mountain che va dal Bungalow al punto più alto del percorso che precede il bivio Brandywell è stata nominata Hailwood’s Rise e il punto più in alto di questo tratto è stato nominato Hailwood Height.

Memorabile l’epica impresa nella bagnatissima gara Senior del 1965 quando, dopo essere caduto a 200 km/h, si rialzò raddrizzando a calci e pugni pedane e scarichi della sua MV 500 e ripartì sotto il diluvio andando a rimontare tutti per tagliare trionfalmente il traguardo da vincitore.

Il Tourist Trophy del 1965 era la quinta prova del Campionato del Mondo; vi ricordo, infatti, che dal 1949 fino al 1976 questa straordinaria competizione è stata sempre inserita nel calendario del motomondiale, anzi fu proprio la gara inaugurale del neonato Campionato del Mondo. Come di consueto si svolgeva in più giornate; le 500 gareggiarono il 18 giugno in una giornata dalle condizioni atmosferiche avverse. Era una fredda e nebbiosa giornata di pioggia mista a nevischio. La gara si svolgeva su 6 giri per un totale di 364, 326 Km, poco più di 60 Km per ogni giro.

Hailwood e Agostini, al suo primo TT, gareggiavano entrambi in sella alla MV Agusta 4 cilindri.

A metà gara circa si verificò l’episodio che avrebbe potuto regalare al giovane Agostini la prima vittoria in un Gran Premio della classe regina, vittoria che invece arriverà un paio di mesi dopo, assente Hailwood, al Gran Premio di Finlandia.

Al terzo giro, infatti, mentre è al comando della gara, all’altezza del Sarah’s Cottage Hailwood è vittima di una spettacolare caduta all’elevata velocità di circa 200 Km/h esibendosi in una lunga scivolata sull’asfalto reso viscido da un miscuglio di acqua e olio evitando fortunosamente alberi, pali e muretti, finendo in mezzo al pubblico assiepato ai lati della strada.

Il comando della gara passa al giovane Agostini.

Semi stordito e sanguinante viene soccorso dal pubblico; qualcuno gli porge una fiaschetta di whisky, qualcun altro gli passa una sigaretta accesa. La moto è chiaramente danneggiata, chiunque altro si sarebbe arreso ma non Mike che, incitato dagli spettatori si rialza come una furia; nonostante la tuta sbrindellata e le evidenti escoriazioni rialza la moto (circa 200 Kg. !!!) per provare a ripartire.

Ma la moto  ha la carenatura danneggiata, il plexiglass del cupolino spaccato, due tubi di scarico deformati, il manubrio storto e la leva del freno posteriore spezzata. Mike non si perde d’animo: a calci e pugni elimina la leva del freno posteriore, raddrizza pedane, manubrio e tubi di scarico, strappa via i pezzi penzolanti di plexiglas e carenatura, risale in sella ed alcuni spettatori lo spingono, ma il motore stenta a riavviarsi.

Poi finalmente il motore si avvia, ma per qualche chilometro  “va a tre”.

Mancano tre giri alla fine della gara, circa 180 Km. Nella caduta la valvola di un carburatore si è bloccata nella posizione tutta aperta, ma Mike non demorde. Incurante del clima di tregenda e dell’asfalto scivolosissimo (all’epoca esisteva un’unica soluzione di pneumatico, Dunlop, per asfalto asciutto e bagnato!!!) si getta a capofitto lungo i saliscendi del Mountain Circuit; per una folata di vento rischia nuovamente di cadere allo Snaefell (in gaelico: cima innevata, con i suoi 620 metri di altitudine è il punto più alto del tracciato), spicca quasi il volo a 220 Km/h sul dosso del Ballaugh Bridge per poi avventarsi verso il Governor’s Bridge; sembra quasi un miracolo quando la folla di appassionati e addetti ai lavori, in visibilio, lo vede irrompere sul dritto di Douglas a circa 250 Km/h.

Affronta il giro successivo con la stessa determinazione e stabilisce record sul bagnato a 166,5 Km/h! Riprende, uno dopo l’altro, tutti i piloti che lo precedono.

Agostini è ancora il leader della corsa, ma Hailwood ha recuperato su di lui quasi 5 minuti tanto che all’inizio dell’ultimo giro l’italiano è ormai a tiro, qualche chilometro ancora ed il sorpasso sarà una pura formalità. Ma non sarà necessario perché la MV di Agostini rompe e l’inglese vola verso la vittoria a 147 Km/h di media.

Tagliato il traguardo, Mike quasi sviene fra le braccia dei meccanici; più tardi si saprà che aveva quattro costole incrinate, un dito della mano e due dita del piede fratturati e, naturalmente, escoriazioni varie.

Quell’anno Hailwood conquisterà il suo quinto titolo iridato.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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