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Hailwood & Agostini, la leggenda e la storia – I confronti diretti
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Hailwood & Agostini, la leggenda e la storia – I confronti diretti

Settembre 6th, 2019 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Giacomo Agostini e Mike Hailwood sono due pietre miliari nella storia del Motomondiale.

I loro scontri diretti nelle gare del Campionato del Mondo ancora oggi fanno discutere gli appassionati su quale dei due sia stato superiore all’altro.

I due si sono sfidati in pista ad alto livello nel Motomondiale e nella Mototemporada romagnola nell’arco di 3 anni, tra il 1965 ed il 1967.

Nel 1968 Hailwood per vincoli contrattuali con l’Honda non partecipò al Motomondiale, tranne una partecipazione episodica a Monza con la Benelli,  ma solo alle gare della Mototemporada Romagnola dopodiché i due si sono incontrati nel 1969 e nel 1971 per tre manifestazioni di “cassetta”.

  • Nel 1965 correvano entrambi con la MV Agusta; il campionato mondiale della 500 fu vinto da Hailwood davanti ad Agostini, anche se è giusto ricordare che Ago debuttava quell’anno con la MV 500 e probabilmente gli fu imposto il ruolo di seconda guida;
  • Nel 1966, primo anno della Honda in 500 con la 4 cilindri RC181, la casa giapponese puntò su Redman, tant’è che al primo GP in Germania Hailwood non gareggiò nella 500; solo dopo che Redman fu messo fuorigioco per un incidente la casa affidò ad Hailwood il compito di controbattere Agostini e la sua MV. Nonostante questo e nonostante la scarsa affidabilità della debuttante Honda 500, Agostini e Hailwood vinsero lo stesso numero di gare (3) e quindi il campionato fu deciso più che altro dai piazzamenti. Contemporaneamente Hailwood gareggiava anche nella 250 e nella 350 battendo Read su Yamaha nella cilindrata inferiore e lo stesso Ago su MV Agusta 3 cilindri nella 350;
  • Nel 1967 la storia sostanzialmente si ripeterà; i due campioni infatti vinceranno ancora lo stesso numero di gare (5) ma Hailwood sarà ancora una volta tradito dall’affidabilità della sua Honda (tre secondi posti di Agostini contro due secondi posti di Hailwood). Anche nelle cilindrate inferiori Hailwood si ripeterà vincendo i campionati 250 e 350 battendo ancora rispettivamente Read e Agostini.

Nell’arco di questi tre anni Hailwood conquistò 5 titoli contro i 2 di Agostini.

Si può affermare senza tema di smentita che Hailwood fu penalizzato nella classe 500 dalla poca affidabilità e dalla precaria tenuta di strada della sua Honda. A conferma di tale affermazione ricordiamo i ripetuti ritiri per guasti ed il fatto che lo stesso Hailwood in più occasioni fece realizzare dei telai alternativi da specialisti inglesi ed italiani, ma l’Honda gli proibì di utilizzarli in gare del Campionato Mondiale, per comprensibili motivi di immagine.

Ma per correttezza nei confronti di Agostini allarghiamo il confronto tra i due fino al 1971.

Come abbiamo già anticipato all’inizio di queste note, a partire dal 1968 Hailwood (che aveva appena 27 anni) non parteciperà più al Motomondiale perché bloccato contrattualmente dall’Honda: quando, alla fine del 1967, la casa giapponese annunciò che non avrebbe partecipato al Campionato del Mondo, pagò Hailwood 50.000 sterline (equivalenti all’incirca a 720.000 sterline o 1,275 milioni di dollari in valuta attuale) perché non si accasasse con altri costruttori in vista di un suo ritorno alle competizioni mondiali. Poi, come molti ricorderanno, passeranno più di dieci anni prima che la Honda si ripresentasse sui circuiti del motomondiale con la fallimentare NR 500 a pistoni ovali; nel frattempo Hailwood era ormai alla fine della propria carriera dopo essersi prima dedicato a tempo pieno alle 4 ruote per poi ritornare trionfalmente al Tourist Trophy.

Pertanto Mike fu costretto a partecipare solo alle gare della Mototemporada Romagnola e ad alcune manifestazioni in Inghilterra.

Nel 1968, probabilmente svincolato dalla Honda, riuscì a partecipare ad una unica prova del Motomondiale, il Gran Premio delle Nazioni a Monza in sella ad una Benelli 500.

Nel 1969 e nel 1971, quando ormai stava progressivamente passando dalle due alle 4 ruote, furono organizzati tre incontri di “cassetta” tra Mike e Ago che Hailwood accettò forse più per l’ingaggio che per spirito sportivo.

Il computo finale dei confronti diretti rimane a favore di Hailwood per 41 a 32.

In conclusione possiamo dire che i sostenitori di Agostini ricorrono ai numeri per dimostrarne la superiorità mentre i sostenitori di Hailwood ne ammiravano prevalentemente la sua capacità di adattarsi a qualunque tipologia di moto e di sopperire alle carenze delle moto affidategli con la sua abilità di guida.

Queste considerazioni potrebbero condurre a questa “catalogazione” dei due campioni:

  • con i suoi numeri, 15 titoli mondiali, 123 volte primo in un Gran Premio iridato, Agostini rappresenta la storia del motomondiale; in questo lo possiamo accostare senza tema di smentita a Surtees oppure, sconfinando nell’ambito della Formula 1 automobilistica, a Schumacher, a Fangio o a Prost; lasciate le moto per le auto non ottenne altrettanto successo;
  • Hailwood invece, dopo aver gareggiato con successo in varie classi del Motomondiale (9 titoli in tre classi) ed esser passato con discreto successo alle 4 ruote (ricordo il titolo di Campione Europeo di Formula2 e qualche podio in Formula 1), all’età di 38 anni è ritornato vittoriosamente alle 2 ruote vincendo il Tourist Trophy del 1978 entrando così nella leggenda, ed in questo ci sentiamo di associarlo a Omobono Tenni, Tazio Nuvolari, Ayrton Senna, Gilles Villeneuve.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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