Negli anni ’50, prima dell’avvento dei giapponesi i più agguerriti avversari degli italiani, piloti e moto, erano gli inglesi. Poi arrivarono i giapponesi.
Anche se nell’immaginario collettivo l’immagine di Mike Hailwood è legata alle favolose Honda pluricilindriche degli anni ’60, “the bike”, nonostante le sue radici anglosassoni, ha sempre avuto un rapporto speciale con le moto italiane.
Agli inizi della sua carriera ha avuto nel suo box Itom e Mondial ed è stato uno dei primi clienti della Paton.
Con una MV Agusta 125 ottenne la sua prima vittoria in carriera; anni dopo con le 500 di Cascina Costa otterrà 4 titoli mondiali e un record dell’ora nel 1964 a Daytona.
Ricordiamo anche che nel 1962 partecipò al TT e al Gran Premio delle Nazioni a Monza con la Benelli 250 monocilindrica ex Ambrosini. Poi ci fu la fugace apparizione al Nazioni del 1968 con la Benelli 500.
La settimana successiva a Riccione si schiera nuovamente in sella alla Benelli 500 e arriva terzo dietro la coppia di italiani Agostini e Pasolini.
L’ultima apparizione in sella alla Benelli la ricordiamo nella gara della 350 a Villa Fastiggi (Pesaro) nel 1971 dove arrivò secondo alle spalle di Agostini.
In quella occasione la Benelli gli offrì un contratto per il 1972 promettendogli, oltre ad un generoso ingaggio e al ruolo di prima guida, incarichi di vertice nel reparto corse e moto aggiornate (quelle che poi saranno affidate a Saarinen) ma Mike, che ormai non gareggiava più a tempo pieno da 3 anni, declinò l’offerta.
Mike non ha neppure disdegnato di farsi riprendere, magari solo a fini pubblicitari, in sella ad Aermacchi e Fantic Motor o anche alla guida di una Guzzi, in questo caso probabilmente chiamato a dare un parere.
Ma è con la Ducati che ha avuto un particolare rapporto che si è prolungato, anche se a fasi alterne, in un arco di tempo di un ventennio, dal 1958 al 1978.
Questi i momenti più significativi che hanno legato Hailwood alla Ducati:
1) Nel 1959 vinse il suo primo GP iridato con una Ducati 125 e finì terzo nel Mondiale;
2) Nel 1960 la Ducati costruì espressamente per lui una 250 bicilindrica desmodromica;
3) nel 1971 fu contattato per proporgli la sella della 500 bicilindrica da GP;
4) infine, come ben noto, nel 1978 vinse il TT.
Ripercorriamo più in dettaglio questa storia ventennale.
La 125 desmo.
Nel 1958 il padre Stan, un importante commerciante di moto nonché distributore Ducati in Inghilterra e che voleva far di lui un campione, acquistò una 125 bialbero che Mike impiegò la prima volta al Gran Premio d’Olanda, giungendo decimo. Per la stagione 1959 riuscì ad ottenere un paio di 125 Desmo con le quali partecipò al Campionato del Mondo. E con questa moto divenne il più giovane pilota, all’epoca, a vincere un Gran Premio – a soli 19 anni e ad appena due anni dal debutto assoluto in gara – con la vittoria all’Ulster GP; salì altre tre volte sul podio e alla fine concluse al terzo posto nel mondiale, alle spalle della coppia di MV Agusta di Ubbiali e Provini.
La bicilindrica 250 desmo.
Stan Hailwood, ossessivamente alla ricerca di moto competitive da affidare al figlio, per le gare del 1960 si rivolse ancora alla Ducati. Gli furono offerte una 125 bicilindrica che aveva ottenuto un terzo posto a Monza nel 1958 ed una 250 che Taglioni derivò dalla 175 realizzata nel 1956 per partecipare al Motogiro del 1957. Oltre alle moto gli fu fornita l’assistenza del meccanico Oscar Folesani. Il 9 aprile debuttò con la vittoria a Silverstone seguita dalle vittorie di Brands Hatch, Snetterton e ancora Siverstone, poi si piazzò 4° al GP del Belgio (con questo piazzamento portò alla Ducati i primi punti della classe 250 nel Campionato Mondiale) ed al GP dell’Ulster seguiti da una ulteriore striscia di vittorie in Inghilterra. Nel 1961, dopo una ennesima vittoria a Snetterton, Hailwood fu ingaggiato dalla Honda e le sue moto furono cedute a Surtees. Nel 1962 Mike tornò episodicamente sulla 250 di Surtees e ottenne un 2° posto a Silverstone.
La 500 GP.
Nel 1970 in Ducati allestirono una 500 da Gran Premio spinta da un motore dalla caratteristica l’architettura ad L che sfruttava la termica e le quote geometriche (alesaggio e corsa) della 250 monocilindrica. Nel 1971 Mike era ormai passato alle 4 ruote ma disputava ancora qualche gara di moto ad invito; nel Ferragosto di quell’anno provò a Silverstone la nuova Ducati 500 GP che però non usò in gara in quanto non era ancora del tutto a punto di ciclistica. In effetti la Ducati aveva pensato ad Hailwood come pilota, ma Mike ormai era passato alle 4 ruote in pianta stabile. Considerati i discreti risultati ottenuti nel biennio 1971/72 al GP delle Nazioni dai piloti Read, Spaggiari e Smart, possiamo a buona ragione affermare che quella fu un’occasione perduta per l’abbinata Hailwood/Ducati.
Il Tourist Trophy del 1978/79.
2 giugno 1978, Mike “the bike” Hailwood, a 38 anni, dopo un lungo periodo di assenza dalle gare torna al Tourist Trophy e vince la gara di Campionato Mondiale Formula 1 in sella ad una Ducati NCR preparata dalla Sports Motorcycle di Steve Wynne contraddistinta dal numero di gara 12 e dai colori dello sponsor Castrol. Poiché il campionato si svolgeva in prova unica, con quella vittoria Mike conquistò il suo decimo titolo mondiale.
La moto aveva un telaio realizzato dalla DASPA, il motore era un 864 cc, erogava 105 CV a 8800 giri, carter fusi in terra, frizione a secco, carburatori Dell’Orto PHM42; peso 160 Kg; cambio spostato a sinistra perché Hailwood aveva difficoltà nell’articolazione del piede destro. Una settimana più tardi Hailwood vinse anche a Mallory Park.
Il risultato esortò la coppia Hailwood/Wynne, con il supporto di Ducati, a ripetersi nel 1979. Ma il risultato sarà ben diverso; in gara la moto, con il n° 14, accusò problemi prima al cambio e poi alla batteria non consentendo ad Hailwood di andare oltre il quinto posto.
Un piccolo aneddoto è legato a queste partecipazioni: per anni si è creduto che le livree di queste moto riprendessero i colori della bandiera italiana; in realtà erano i colori dello sponsor Castrol.
Nel 2018, in occasione del quarantesimo anniversario del trionfo di Mike Hailwood al Tourist Trophy del 1978, il Museo Ducati ha destinato una sala alla sua prima mostra temporanea che è stata dedicata a “Le Bicilindriche Desmo del giovane Hailwood”.
La DUCATI MHR (Mike Hailwood Replica)
Per celebrare la performance di Mike Hailwood al TT la Ducati gli dedicò una replica stradale. La storia della Ducati Mike Hailwood Replica coincide con la fine del bicilindrico a coppie coniche. La MHR 900 viene presentata al salone di Londra 1979 insieme al Pantah 500 SL; in pratica un vero passaggio di consegne tra l’ultimo motore a coppie coniche ed il nuovo con comando della distribuzione a cinghia dentata. La moto derivava strettamente dalla 900 SS (864 cc) del 1977 vestita però con una estetica molto simile alla moto con cui Hailwood aveva partecipato al TT nel 1979. Nel 1980 viene costruito un primo lotto di 300 esemplari destinati al solo mercato inglese; seguiranno altre serie con evoluzioni di dettaglio. Nel 1984 arriva l’ultima della serie, la MHR 1000 (973 cc). Di questa moto, nelle sue varie versioni, vennero prodotti circa 7000 esemplari.
Nel tempo arriveranno altre interpretazioni della MHR, alcune della stessa Ducati (Pantah 600, MH900e, la prima motocicletta a essere venduta esclusivamente su Internet, cover Monster Art-Colour Therapy IOM78 per Monster 696), la NCR MH TT presentata nel Novembre 2008 all’EICMA, la Scrambler Hailwood realizzata su iniziativa del concessionario thailandese e infine una serie limitata di 12 (in ricordo del numero di gara di Hailwood) repliche esatte della vittoriosa moto di Mike the Bike prodotta nel 2018 dall’australiana VEE TWO in occasione del quarantesimo anniversario della leggendaria vittoria di Mike Hailwood al Tourist Trophy del 1978.
Rimanendo nel campo della simpatie italiane di Hailwood vogliamo ricordare anche che nel 1967 fece realizzare per la Honda 500 un telaio agli specialisti italiani Antenore e Stelio Belletti; la moto fece una fugace apparizione alle prove del GP di Germania ad Hockenheim e partecipò vittoriosamente alla tappa riminese della Mototemporada.