FIAT X1/9, ovvero quando le FIAT erano sinonimo anche di auto sportive tanto da guadagnarsi negli USA, dove ebbe un discreto successo, l’appellativo di “baby Ferrari” o “Ferrari dei poveri”.
La X1/9 era una piccola spider/coupé 2 posti, carrozzata da Bertone su disegno di Marcello Gandini, con tettuccio rigido amovibile tipo “Targa” che poteva essere agevolmente riposto nel cofano anteriore, motore in posizione posteriore/trasversale.
Questa particolare configurazione della carrozzeria, molto in voga in quegli anni, caratterizzata da un robusto roll-bar, veniva identificata come “Targa” perché la Porsche, che la aveva adottata per prima, volle in tal modo ricordare i suoi numerosi successi alla prestigiosa ”Targa Florio”.
Altra singolarità della vettura era costituita dall’esistenza di due vani bagagli, uno anteriore ed uno posteriore.
Le origini della X1/9 possono esser fatte risalire alla “Runabout”, una concept car realizzata nel 1969 dalla carrozzeria Bertone sulla base della Autobianchi A112 di cui sfruttava le parti meccaniche convertite però dalla soluzione motore/trazione anteriore a quella posteriore.
La nascita della Fiat X1/9 è stata quasi casuale, dovuta alla concomitanza di alcune circostanze favorevoli, ma principalmente perché piacque a Gianni Agnelli.
L’Avvocato, infatti, rimase colpito dal prototipo di questo progetto ex-novo “tutto dietro”
mentre la dirigenza FIAT per la vettura destinata a sostituire la 850 Spider avrebbe preferito la più economica soluzione “tutto avanti” derivata dalla coupé 128 Sport.
Questo criptico nome, X1/9, era in realtà una sigla di progetto utilizzata dalla Fiat dalla metà degli anni Sessanta a partire dalla X1/1, quella che poi sarà la 128. Probabilmente fu mantenuta questa sigla proprio perché i paradigmi tecnici di questa vetturetta sportiva si distaccavano drasticamente da quelli dell’intera gamma FIAT, in particolare da quelli della 128 da cui in teoria avrebbe dovuto ereditare la denominazione.
Infatti la meccanica era derivata da quella della 128, la prima FIAT a trazione anteriore (in verità la prima trazione anteriore del gruppo Fiat è stata l’Autobianchi Primula).
Il telaio era molto simile a quello della Stratos tanto che era in grado di supportare potenze decisamente più elevate, come hanno in seguito dimostrato la X1/9 Abarth da 200CV del 1970 e la Icsunonove di Dallara da 192CV del 1975.
La prima versione della X1/9 era spinta dal propulsore della 128 rally da 1300cc, capace di 75 CV con un cambio a 4 marce mentre nel 1978 per una versione successiva fu adottato il motore da 1500cc della Ritmo 85; a questa seconda motorizzazione venne abbinato un cambio a 5 rapporti e fu pertanto denominata “five speed”.
Esteticamente la “five speed” si distingueva per il cofano motore più voluminoso e per i massicci paraurti ad assorbimento, conformi alle leggi statunitensi, montati anche sulle vetture destinate ai mercati europei.
La piccola spider della FIAT venne presentata alla stampa internazionale il 22 dicembre 1972, quando era già in produzione da alcune settimane, in Sicilia al Parco delle Madonie, sede della Targa Florio. La presentazione al pubblico avvenne invece al salone di Torino nel 1972. Nel 1974 ci fu il trionfale sbarco negli Stati Uniti.
Tra il 1972 ed il 1989 ne furono prodotte 174.000 unità ed è stata l’unica Fiat a motore centrale della storia.
Nonostante le modeste potenze, grazie alle ridotte dimensioni, alla buona profilatura e ad un peso contenuto questa vetturetta sportiva era in grado di toccare velocità massime nell’ordine dei 170/180 km/h.
Ne furono prodotte anche alcune serie speciali quali la “Lido”, la “IN”, la “VS” e la “Gran Finale”.
Sull’onda del successo se ne ipotizzò anche una versione coupè 2+2 ma il progetto fu poi abortito dai vertici FIAT come quello di una versione GT cabrio, priva del montante posteriore e di un non meglio identificato prototipo aerodinamicamente più efficiente rispetto al modello originario.
Dal 1982 la X 1/9 venne prodotta con il Marchio Bertone secondo una operazione di marketing per la quale venivano così denominate le Fiat assemblate a Grugliasco nello stabilimento di Bertone.
La X1/9 non ebbe ulteriori sviluppi essendo stato messo in cantiere il nuovo progetto Fiat «X1/20» che però verrà “regalato” alla cugina Lancia assumendo la denominazione di Lancia Beta Monetcarlo.
Per rivedere una FIAT scoperta dovremo aspettare cinque anni quando, nel 1994, debutterà la “Barchetta”.
La X1/9 Abarth
Nel 1974 venne affidato all’ A.S.A. (Attività Sportiva Automobilistica), il reparto corse unificato di FIAT, Abarth e Lancia, il progetto della erede della 124 Abarth Rally.
Come base di partenza venne individuata la X1/9 che vantava un ottimo telaio sul quale venne montato il motore della 124 Abarth.
Nelle sue sporadiche apparizioni in gara la vettura fu dotata di diverse versioni di motore: 1756 cc a 8 valvole, 1756cc 16 valvole e 1839cc 16 valvole con diverse soluzioni di alimentazione (carburatori o iniezione).
Le potenze erogate oscillavano tra i 170 ed i 200 CV.
Ne risultò una vettura del peso di soli 750 Kg caratterizzata dalla presa d’aria per il motore a periscopio, dotata di fari anteriori rettangolari fissi con fanaleria supplementare circolare e dalla linea grintosa ma un po’ appesantita dai vari alettoni, spoiler e codolini.
Destinata ad essere omologata nel Gruppo 4, che richiedeva la produzione di almeno 500 esemplari, ne fu allestito un esemplare destinato alla circolazione su strada ma che non fu mai immatricolato.
Altri 4 esemplari furono allestiti per gareggiare, inizialmente omologati solo per il Gruppo 5, noto anche come Silhouette, non essendo ancora disponibili gli esemplari utili alla omologazione nel Gruppo 4.
La X1/9 in allestimento da gara prometteva bene ma fu sacrificata all’altare del marketing che privilegiò la 131 Abarth. I piloti che ebbero il privilegio di guidarla la giudicarono addirittura migliore della Lancia Stratos.
Nel corso della sua breve vita agonistica la versione rally della X1/9 ebbe modo di distinguersi dimostrando il proprio potenziale.
Dopo due uscite sfortunate al Rally di Sicilia e Rally delle 4Regioni dove fu costretta al ritiro per i classici problemi di gioventù che interessarono prevalentemente il reparto trasmissione, arrivarono tre vittorie assolute al Rally delle Alpi Orientali in Giugno, al 100.000 Trabucchi in Ottobre e alla Coppa Liburna alla fine di Novembre.
Tre esemplari della vettura furono iscritti al Tour de France automobilistico che si svolse nel mese di Settembre; due vetture furono costrette al ritiro mentre la terza si classificò ottava assoluta battendosi, fra le altre, con le possenti Porsche 911 Carrera 3.0 litri.
Dopo il Tour de France, la Fiat pensò di promuovere l’immagine della versione sportiva della X1/9 iscrivendo due vetture al 2 ° Giro d’Italia Automobilistico (dove era iscritta anche la Abarth SE 030) che si svolgeva dal 15 al 19 ottobre. Per dare ulteriore lustro alla partecipazione ne fu affidata una alla guida di Clay Regazzoni. Purtroppo entrambe le auto furono vittime di guasti al motore.
Poi, dopo la vittoria alla Coppa Liburna, arrivò lo stop dei vertici FIAT.
La Dallara “icsunonove”
Presentata al Salone di Parigi del 1975, questa versione profondamente modificata della X1/9 era stata progettata sin dal 1973 dall’ing. Giampaolo Dallara.
Ne vennero costruite una decina in configurazione Gruppo 5.
Rispetto al modello di serie risultava più leggera di circa 200Kg grazie all’impiego della fibra di vetro per la carrozzeria e di leghe leggere per le parti meccaniche.
La carrozzeria, realizzata da Bertone, era caratterizzata da vistose appendici quali il grosso alettone posteriore a sbalzo, lo spoiler anteriore a tutta larghezza, i passaruote maggiorati ed il frontale senza fari a scomparsa.
La Dallara, che si occupò dell’assemblaggio finale dell’auto, apportò alla meccanica tutte le modifiche concesse dal regolamento Silhouette.
La prima versione della Icsunonove montava il motore da 1.290cc dotato di testata a quattro valvole per cilindro, alimentato ad iniezione meccanica Kugelfischer: per una potenza max di 192 cavalli a 9.700 giri/min; in seguito verrà adotta anche una versione da 1600cc. in grado di superare i 200CV.
La Icsunonove partecipò ad alcune gare in circuito ma si è distinta particolarmente nelle cronoscalate e negli slalom.
Per chiudere vorrei raccontare una strana storia di spionaggio industriale che riguarda la nostra protagonista.
Al momento di approntare il prototipo, Bertone commise l’ingenuità di assegnare il compito di finitura del corpo vettura ad una carrozzeria esterna della quale si serviva spesso per lavori del genere.
Il caso però volle che ne venne a conoscenza De Tomaso che invitò il designer Tom Tjaarda a “far visita” a quella piccola carrozzeria artigianale per prendere visione del prototipo di Bertone. Tjaarda ne realizzò un figurino che la carrozzeria Ghia realizzò sulla base della De Tomaso Vallelunga: al Salone di Torino nel novembre 1971, un anno prima della X1/9, veniva presentata la concept car De Tomaso 1600 Spider che anticipava smaccatamente le linee della piccola sportiva della Fiat.
La cosa non ebbe particolari strascichi perché le immagini di un prototipo della spider Fiat pubblicate da una rivista del settore ben prima dell’esordio della De Tomaso dimostrarono la effettiva paternità della vettura.