La Formula 2 era una formula propedeutica di monoposto istituita dalla FIA per accompagnare con gradualità i piloti nel passaggio dalla Formula 3 alla Formula 1.
Il regolamento cambiò più volte negli anni, basato prevalentemente sulla cilindrata e sulla provenienza (derivato di serie o prototipo) del motore:
- 1945/56 – 2000cc o 750cc sovralimentato
- 1957/60 – 1500cc
- Nel triennio 1961/63 fu abolita
- 1964/66 – 1000cc
- 1968/71 – 1600cc
- 1972/84 – 2000cc
Dal 1985 venne trasformata in Formula 3000 ed ebbe in seguito diverse evoluzioni.
A volte, quando i calendari della Formula 1 erano meno folti di oggi, le F2 venivano ammesse ad alcuni Gran Premi per rinfoltire la griglia; addirittura nel biennio 1952/53 sostituirono le F1 nella disputa del Mondiale per mancanza di concorrenti con monoposto aderenti al regolamento della Formula 1 da 2500cc.
Tra il 1967 ed il 1984 fu organizzato dalla FIA un Campionato Europeo per questa categoria di monoposto. A volte partecipavano alle gare di questo campionato anche i piloti della F1, ma senza prender punti ai fini del titolo; Jim Clark, due volte Campione del Mondo di F1, morì proprio al volante di una F2.
L’albo d’oro dell’europeo contempla il nome di piloti che diventeranno protagonisti in Formula 1 ma, circostanza singolare, nessun campione europeo di F2 è mai diventato Campione del Mondo di F1:
- 1967 Jacky Ickx
- 1968 Jean-Pierre Beltoise
- 1969 Johnny Servoz-Gavin
- 1970 Clay Regazzoni
- 1971 Ronnie Peterson
- 1972 Mike Hailwood
- 1973 Jean-Pierre Jarier
- 1974 Patrick Depailler
- 1975 Jacques Laffite
- 1976 Jean-Pierre Jabouille
- 1977 Renè Arnoux
- 1978 Bruno Giacomelli
- 1979 Marc Surer
- 1980 Brian Henton
- 1981 Geoff Lees
- 1982 Corrado Fabi
- 1983 Jonathan Palmer
- 1984 Mike Thackwell
Tra questi, come abbiamo già scritto più volte, nel 1972 ritroviamo anche Mike Hailwood.
Il Campionato del 1972, anno in cui si passò dai 1600cc ai 2000cc, si svolse su 14 gare.
Tra i protagonisti, oltre alla Surtees TS10 con Mike Hailwood e in alcune occasioni lo stesso Surtees, c’era la March ufficiale con il campione in carica Peterson (che non prendeva punti) e Lauda; poi la Brabham del team Rondel di Ron Dennis con Reutemann, Wollek, Schenken e Pescarolo; la McLaren M21 di Scheckter e la Chevron B20 di Gethin. Nel corso della stagione vedremo ai nastri di partenza anche la Lotus con Fittipaldi, la Elf Alpine e la francese Pygmee. Non mancavano validi team privati che facevano gareggiare Graham Hill, Jarier, Dolhem, Depailler, Jabouille, i fratelli Brambilla, Purley.
Tra i costruttori mancava la Tecno ormai totalmente impegnata (tecnicamente e finanziariamente) in Formula 1.
Goodyear e Firestone fornivano le gomme.
Il campionato prese il via il 12 marzo a Mallory Park; nel calendario seguivano Thruxton, Hockenheim, Pau, Crystal Palace, Hockenheim, Rouen, Osterreich, Imola, Mantorp Park, Pergusa, Salisburgo, Albi, Hockenheim ed infine Vallelunga (in seguito annullata a causa di difficoltà finanziarie dell’AC Roma).
Hailwood ottenne i seguenti piazzamenti:
Mallory Park 5°, Pau 5°, Crystal Palace 2°, Rouen 2°, Osterreich 2°, Mantorp Park 1°, Salisburgo 1°, Hockenheim 2°.
Tutti i secondi posti, eccetto quello di Crystal Palace, gli fruttarono i 9 punti del primo posto perché i vincitori di quelle gare erano stati piloti di Formula 1 classificati CSI, che come abbiamo visto non prendevano punti per il campionato.
Hailwood conquistò il titolo con 55 punti davanti al francese Jean Pierre Jaussaud che si fermò a 37 punti.
Ed è doveroso dire che il titolo fu ampiamente meritato perché Hailwood non si risparmiò neanche quando si trovò ad affrontare i più qualificati ed esperti piloti di Formula 1, primo fra tutti Emerson Fittipaldi, gareggiando sempre per la vittoria assoluta senza pensare ai punti.