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Capitolo 2: La saga dei piloti-costruttori in Formula1, Bruce McLaren
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Capitolo 2: La saga dei piloti-costruttori in Formula1, Bruce McLaren

Luglio 21st, 2019 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Questo è il secondo capitolo della storia di quei piloti che  nell’arco di poco più di un decennio si “riconvertirono” in team manager prima e costruttori poi, svolgendo spesso in contemporanea sia l’attività di pilota che quella di costruttore.

Vi ricordiamo i loro nomi: Brabham, McLaren, Eagle (Gurney), Surtees, Embassy-Hill, Amon, Merzario, unitamente a quelli di Enzo Ferrari e Vincenzo Lancia che li precedettero in questa impresa in epoche più remote.

Nella prima puntata vi abbiamo parlato della Brabham, in questa seconda puntata vi raccontiamo la storia della McLaren.

La McLaren nasce nel 1963 su iniziativa del pilota neozelandese Bruce McLaren (Auckland, 30 agosto 1937 – Goodwood, 2 giugno 1970) ancora oggi tra i 10 piloti più giovani della storia ad aver vinto un Gran Premio di Formula1, infatti McLaren vinse il suo primo Gran Premio in Formula1 all’età di 22 anni e 104 giorni, record che verrà battuto solamente nel 2003, al Gran premio d’Ungheria da Fernando Alonso che vinse quel Gran Premio all’età di 22 anni e 26 giorni.

Purtroppo Bruce morirà a soli 33 anni vittima di un incidente sul circuito di Goodwood mentre collaudava una delle sue amate vetture, la M8D destinata al campionato CanAm per vetture biposto a ruote coperte.

In virtù dei suoi primi successi in terra neozelandese l’organizzazione del Gran Premio Internazionale di Nuova Zelanda lo selezionò per il programma Driver in Europe, programma che si prefiggeva di dare ai piloti neozelandesi più promettenti la possibilità di confrontarsi con i più esperti piloti europei.

Nel 1959 era già in Formula1 alla guida di una monoposto della Cooper, marchio al quale resterà fedele fino a quando, nel 1966, passerà alla guida delle monoposto che recavano il suo nome.

Nel corso della sua militanza con la Cooper vinse tre Gran Premi: Stati Uniti (1959) nel quale conquistò il primato di pilota più giovane vincitore di un Gran Premio di Formula1, Argentina (1960) e Montecarlo (1962). In seguito conquisterà il su 4° Gran Premio vincendo il Gran premio del Belgio nel 1968 alla guida di una sua monoposto.

Nel 1963 decise di fondare il proprio team Bruce McLaren Motor Racing Ltd che inizialmente si limitò a schierare due monoposto Cooper alla Coppa Tasmania.

La prima vettura autocostruita fu il prototipo M1A che non venne mai utilizzato in gara ma servì come base di sviluppo per la sport/prototipo M1B.

Il 1965 fu l’ultimo anno in cui McLaren partecipò ai Gran Prix con la Cooper, non disdegnando peraltro di partecipare alle gare con le ruote coperte alla guida della Ford GT40 o delle sue vetture Sport.

Nel frattempo fece una conoscenza che avrebbe cambiato il corso della McLaren e della Formula1 tutta: la sua strada si incrociò con quella di Robin Herd con il quale si accordò per realizzare una monoposto per la massima Formula che nel 1966 sarebbe passata dai 1500cc ai 3000cc.

E già da questa prima monoposto, la M2B, si intravide lo spirito innovativo della McLaren che, sotto la guida tecnica di Herd, realizzò un telaio monoscocca in Mallite, un materiale prodotto dalla William Mallinson & Sons e composto da due lastre d’alluminio incollate su un pannello di balsa.

Per quanto riguarda il propulsore inizialmente venne utilizzato un motore Ford V8 da 4700cc di Formula Indy ridotto ai regolamentari 3000cc che si rivelò pesante (perché surdimensionato), poco affidabile e poco competitivo con i suoi 300CV nei confronti dei più prestazionali Repco della Brabham e dei Ferrari.

Allora il motore Ford venne sostituito dal V8 della italiana Serenissima, più affidabile ma ancora scarso di potenza; per il 1967, secondo anno di partecipazione al mondiale, la scuderia per i propulsori si rivolse alla BRM che fornì i suoi V12.

Al  fianco del titolare della scuderia fu schierato Chris Amon.

I risultati però furono ancora deludenti, forse anche per l’abbandono di Robin Herd che venne sostituito da Gordon Coppuck.

La svolta avvenne nel 1968, quando la McLaren raggiunse un ottimo livello di competitività accaparrandosi il validissimo Ford Cosworth DFV V8 che in abbinamento alla monoposto M7A, progetto lasciato in eredità da Herd, consentì alla McLaren  di conquistare il secondo posto nel campionato costruttori con tre vittorie: una dello stesso Bruce McLaren e due di Denny Hulme.

Una piccola notazione sulla livrea delle McLaren.

Nel primo anno di Formula1 la McLaren si presentò con un’anonima livrea bianca con banda verde; l’anno successivo optò per un classico rosso; solo nel 1968 arrivò il caratteristico orange papaya, già utilizzato dalla fine del 1967 sulle vetture di altre categorie,  che fece il suo debutto in F1 alla Race of Champions del 17 marzo 1968, prima gara della M7A. Nel 2018, in coincidenza con il 50esimo anniversario del suo primo utilizzo, il  team McLaren è ritornato al tradizionale colore orange papaya.

Nel 1969 fu esplorato anche il campo delle 4 ruote motrici con la M9A che debuttò, senza successo, al Gran Premio di Gran Bretagna.

Nel 1970, dopo la morte di Bruce McLaren,la gestione passò al socio Teddy Mayer.

Nel 1974 arriverà il primo titolo piloti con Emerson Fittipaldi. Poi, all’inizio degli anni ’80, subentrò Ron Dennis, proprietario del team Project 4 con il quale partecipava alle gare delle formule minori; da allora cambieranno le sigle di identificazione delle monoposto che avranno sempre il prefisso MP4. Pur con tutti i cambiamenti dei vertici, ancora una volta la McLaren paleserà il proprio spirito innovativo con la MP4/1 progettata da John Barnard, che sarà la prima monoposto ad adottare il telaio in fibra di carbonio.

Fino ai primi anni ’70, la McLaren ha costruito vetture anche per altre categorie automobilistiche; in particolare evidenza il Campionato CanAm che ha dominato tra il 1967 ed il 1972 e la 500 miglia di Indianapolis vinta tre volte (1972, 1974, 1976).

Anni dopo, nel 1995, una McLaren F1GTR vincerà la 24 ore di Le Mans togliendosi la soddisfazione di battere le più specialistiche WSC (World Sportcar Championship) e risultando così  l’unico costruttore, oltre alla Mercedes, capace di ottenere almeno una vittoria nelle tre gare più prestigiose: Formula1, 24 ore Le Mans, 500 miglia di Indianapolis.

La McLaren vanta 12 Campionati Mondiali piloti di Formula1 (1974, 1976, 1984, 1985, 1986, 1988, 1989, 1990, 1991, 1998, 1999, 2008) e 182 Gran Premi vinti.

I nomi dei piloti che hanno conquistato il titolo con la McLaren sono tra i più prestigiosi della storia della Formula1: Fittipaldi, Hunt, Lauda, Prost, Senna, Hakkinen, Hamilton.

Oggi il team di Formula1 fa parte di una holding, il McLaren Group, che comprende la Mclaren Automotive che produce auto GT, la McLaren Applied Technolgies (società di consulenza), la McLaren Marketing, la Absolute Taste e la Mc Laren Electronic Systems  che produce componenti elettroniche che fornisce anche a terzi, in particolare ad alcuni costruttori partecipanti al Mondiale Rally; come fiore all’occhiello della sezione Electronic Systems ricordiamo che ha vinto la gara d’appalto per la fornitura della centralina unica MES per la Formula1.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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