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IDROFLEX, la sorellastra poco conosciuta della Ducati
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IDROFLEX, la sorellastra poco conosciuta della Ducati

Giugno 17th, 2019 Fabio Avossa Amarcord

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Non appaia strano il titolo di questa storia; forse non tutti sanno che la IDROFLEX, una motoleggera a 2 tempi da 105 e 125 cc  caratterizzata dalle sospensioni idrauliche, una esclusività per l’epoca, deve i suoi natali ad una iniziativa imprenditoriale dei vulcanici fratelli Ducati.

La presentazione della Idroflex avvenne al Salone di Milano del 1949; ebbe una discreta fortuna tanto che fu prodotta per circa 5 anni, fino al 1956.

La moto veniva prodotta dall’ISSI (Istituto Scientifico Sperimentale Industriale) di Milano e commercializzata dalla REOM (Società per il commercio e l’industria Radio Elettrica Ottica Meccanica), anch’essa di Milano. Entrambe le società facevano capo ai tre fratelli Ducati che le avevano fondate dopo avere ceduto coercitivamente l’ azienda che portava il loro nome alle partecipazioni statali.

Ricordiamo infatti che i fratelli Ducati, accusati di collaborazionismo con i fascisti ed i tedeschi, erano stati messi al muro di fronte al plotone di esecuzione; si salvarono perché un attimo prima che fossero fucilati l’accusa si rivelò infondata ma vennero comunque estromessi d’autorità dall’azienda di famiglia.

E così il Salone della moto di Milano del 1949 ospitò in contemporanea le due sorellastre: la Ducati  e la Idroflex.

La denominazione per esteso dell’azienda che commercializza la moto (Società per il commercio e l’industria Radio Elettrica Ottica Meccanica) ricordava abbastanza esplicitamente le attività imprenditoriali svolte dai fratelli Ducati prima della guerra, ma solo pochi addetti ai lavori sapevano che la Idroflex portava la loro firma.

La moto si presenta con alcune caratteristiche innovative. La sua principale ed esclusiva caratteristica è il telaio tubolare che ricorda quello della tedesca Imme con il motore a sbalzo infulcrato coassialmente al forcellone a cui è ancorato; in tal modo il gruppo propulsore oscilla in sincrono con il forcellone stesso presentando  il grande vantaggio di mantenere sempre costante la tensione della catena.

Nelle cartelle pubblicitarie viene definita a ragion veduta come “la moto moderna ad integrale sospensione idraulica” infatti sia la forcella che gli ammortizzatori posteriori sono idraulici, una raffinatezza che praticamente nessuna motoleggera del tempo può vantare. Non è casuale che al progetto della Idroflex abbiano lavorato Stefano e Guglielmo Marzocchi (che si faranno conoscere pochi anni dopo per le loro eccellenti produzioni di forcelle ed ammortizzatori) ai quali qualche fonte attribuisce il merito dell’intero progetto.

Il motore della Idroflex è un monocilindrico a due tempi orizzontale raffreddato ad aria con alesaggio e corsa di 52×50 mm, quindi un “corsa corta”, altro elemento innovativo per l’epoca; nonostante la cilindrata di soli 106 cc, denuncia una potenza di circa 5 CV a 4600 giri e tocca agevolmente la velocità di 75 km/h. Il cambio è in blocco a tre velocità.

Il consumo è particolarmente ridotto: circa 50 km/litro indice di un approfondito studio del sistema di alimentazione, in particolare nel disegno dei travasi.

Nel 1952 vengono approntate le versioni Turismo e la Sport, con motore di 125 cc. Nel 1956, viene presentato un  ciclomotore con telaio in lamiera stampata e una motoleggera di 98 cc.

Nel 1955 nasce il prototipo dell’autoscooter Microbo di 125 cc., una microcar a tre ruote che ospitava due passeggeri seduti in tandem.

Il gruppo propulsore, motore e cambio, era ospitato nella parte posteriore del telaio tubolare; la trasmissione  avveniva a mezzo di una catena; il cambio era a tre marce più retromarcia. Veramente ridotte le dimensioni con i suoi 2200 mm di lunghezza, 1020 mm di larghezza e 1300 mm di altezza per un peso contenuto in 159 kg.

Con una potenza di 6 CV a 5000 giri / min, veniva dichiarata una velocità massima di 70 km/h ed un consumo di 38 Km/litro. Il prezzo suggerito era di circa 390.000 lire.

Non esistono informazioni precise sull’entrata in produzione del Microbo; alcune fonti riferiscono che non entrò mai in produzione mentre altre parlano di circa 12 unità prodotte.

Nel 1956, come già abbiamo ricordato in apertura, la produzione viene interrotta e della Idroflex si perderanno le tracce.

Per chi volesse approfondire la conoscenza di questo marchio e dei suoi prodotti, ricordiamo che è stato pubblicato un libro della dottoressa Nunzia Manicardi  dal titolo “Idroflex, la sorella del Cucciolo”, edito da Edizioni Il Fiorino.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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