La NCR nasce a Borgo Panigale nel 1967 come officina meccanica; inizialmente si specializza nell’elaborazione delle monocilindriche Ducati diventando di fatto, con la collaborazione di qualificati tecnici dipendenti della Ducati quali Taglioni e Farnè, il reparto corse Ducati; chiude l’attività nel 1994.
NCR è l’acronimo derivante dalle iniziali dei soci fondatori Nepoti, Caracchi e Rizzi; poi, con l’uscita del socio Rizzi, la R assumerà il significato di Racing.
Nel 1973 una Ducati 750 preparata dalla NCR affidata ai piloti Cannellas e Grau vince la “24 horas del Montjuich”. Siamo nell’epoca del bicilindrico a “L”, il motore che con NCR conquisterà tante vittorie. La “24 horas del Montjuich” è terreno di conquista della coppia Cannellas e Grau anche nel 1975; in realtà quell’anno in coppia con Canellas avrebbe dovuto gareggiare Franco Uncini che però cadde in prova e fu sostituito da Grau.
Nel 1976, stante il divieto della EFIM, ente pubblico proprietario della Ducati, di partecipare alle competizioni, la Ducati affida alla Scuderia NCR la gestione delle moto da Endurance offrendole la collaborazione di Farnè, Recchia e Cavazzi.
Il motore della moto sviluppata dalla NCR è derivato da quello della 860 GT, un desmo 2 valvole portato a 964 cc che eroga 94 CV e adotta i carter di serie modificati per l’utilizzo della frizione a secco; la coppa dell’olio viene modificata e dotata di finestrella laterale trasparente per il controllo del livello. Furono sviluppati anche motori a corsa corta da 808 cc. Da questi motori deriverà una serie limitata di motori, con carter fusi in terra e filtro olio nella coppa, che equipaggeranno tutte le NCR 900 dotate di carenatura con la classica livrea grigio-rossa.
Il serbatoio recava la finestra laterale trasparente per il controllo diretto del livello benzina, come la 750 SS; il peso era di 150 Kg.
Per la ciclistica veniva utilizzato un telaio realizzato dalla DASPA. Era, questa, un’azienda di cui non si sa molto se non che era una azienda di Bologna specializzata nella costruzione di telai tubolari in acciaio al cromo/molibdeno, diretta concorrente della Verlicchi e della DM. Tra le tante creazioni si distinguevano i telai per le Ducati 500 GP e per le Ducati curate dalla NCR per le gare Endurance. Non se ne ha certezza ma probabilmente l’attività produttiva si interruppe quando il titolare, sig. Dardi, morì tragicamente annegando nel mare di Sicilia, nel 1978.
Da queste moto deriverà poi la 900 con la quale Mike Hailwood nel 1978, rientrato alle competizioni motociclistiche dopo circa 10 anni, vincerà il Tourist Trophy nella categoria F1 ed il relativo Campionato Mondiale imponendosi sulla Honda ufficiale di Read. Una settimana dopo Mike Hailwood vincerà ancora a Mallory Park battendo nuovamente la concorrenza giapponese.
Tra versioni Endurance e versioni F1 la NCR produsse in tutto 16 moto, tutte con motori derivati da una base “carter tondi”. Nel 1979 la cilindrata venne portata a 947 cc.
Notevole il palmarès di queste moto:
1975 1° 24 h Montjuhich; 1° 1000 Km Mugello;
1976 1° 4h Misano; 2° 1000 Km LeMans; 2° 1000 Km Mugello; 3° 24h Montjuhich;
1978 1° categoria Silhouette 24 h LeMans; 1° TT F1 (Hailwood).
Negli anni successivi queste moto gareggeranno con risultati altalenanti nelle mani di privati di lusso, prevalentemente spagnoli.
Con l’avvento del motore Pantah con distribuzione comandata da cinghie dentate ci saranno altre sporadiche partecipazioni più o meno ufficiali a gare di durata.
Nel 1980 la Ducati allestisce due versioni di una moto da competizione derivata dalla Pantah destinata alla categoria 600 TT2 caratterizzata dalla livrea rossa e gialla, una versione ufficiale ed una versione “kit” destinata ai privati.
Nello stesso periodo la NCR produce tre serie di TT2 derivate dal Pantah (1980 KIT TT2, 1982 una serie di 20 TT2 complete, 1983 una seconda serie di 30 TT2) con cui vincerà 4 titoli mondiali della categoria F2.
Nel periodo 1980-1986 le Ducati gestite dalla NCR conquistano 5 volte la gara di Endurance spagnola la 24 ore del Montjuich.
Poi, quando Ducati presenta la rivoluzionaria 851 – distribuzione a quattro valvole per cilindro, iniezione ed accensione gestite da una centralina elettronica, raffreddamento a liquido – la NCR lavora sulla sua evoluzione, la Ducati 888, e la porta alla vittoria conquistando con Doug Polen il Campionato Mondiale SBK del 1991.
Tra il 1992 ed il 2003 la scuderia NCR partecipa al mondiale Superbike sotto la gestione del team manager Stefano Caracchi (figlio di Rino). In questo decennio NCR si è sempre imposta come la prima tra le scuderie private Ducati. Tra i piloti che hanno portato in gara le moto della NCR ricordiamo i più noti: Borja, Bontempi, Xaus, Bostrom, Chili e Laconi.
Nel 2002 il Gruppo Poggipolini, che dal 1950 è leader nelle lavorazioni meccaniche di precisione per settori avanzati come la Formula 1, la MotoGP e il settore aeronautico, rileva il marchio NCR. Da scuderia corse la NCR si trasforma in azienda produttrice di moto artigianali ed esclusive motorizzate Ducati.
Più o meno parallelamente alla NCR operava in orbita Ducati anche la scuderia SPEEDY GONZALES.
Nel 1959 la Ducati, dopo aver sfiorato il titolo mondiale l’anno precedente, si ritira dalle competizioni; a metà degli anni ’60 però, per merito della consociata Mototrans, rientra nelle gare di durata con moto derivate dalle monocilindriche di serie nelle quali si distingueranno Mandolini, Vargas e il napoletano Rippa. Da questa iniziativa partirà lo spunto per riprendere in forma semiufficiale, con il contributo della scuderia Speedy Gonzales, la partecipazione alle gare con moto derivate dalle monocilindriche.
Livio Lodi, curatore del museo Ducati, ricorda: <<La scuderia Speedy Gonzales era una scuderia gestita da Franco Farné, con il beneplacito di Taglioni, e che seguiva nella fattispecie lo sviluppo delle Ducati monocilindriche da corsa 250 e 350 derivate dalla serie Ducati Mark 3, nel periodo che andava tra il 1967 e il 1969. Il nome Speedy Gonzales ha un’ origine piuttosto curiosa: Franco Farnè, affettuosamente chiamato “topo“ dai suoi colleghi di lavoro, a causa della statura minuta, veniva da un lungo periodo lavorativo trascorso in Spagna, alla Mototrans, che all’epoca produceva Ducati su licenza per il mercato spagnolo. Il nomignolo, e la sua esperienza in terra iberica, fecero sì che il soprannome cambiasse in “ Speedy Gonzales “, proprio come il simpatico personaggio dei cartoni animati della Warner Bros. Il team Speedy Gonzales fu sponsorizzato dalla Gedol e dalla Amaro Montenegro. L’ attività del Team Speedy Gonzales venne di fatto assorbita quando Ducati annunciò il rientro nelle corse con la 500 GP, alla fine del 1970.>>
Le origini di questa scuderia risalgono ad una iniziativa del pilota Ernesto Cerè, membro del Motoclub UISP di Bologna di cui faceva parte anche il mitico Franco Farnè.
Cerè aveva trovato in un granaio una Marianna 125 abbandonata; con le poche risorse a disposizione la gloriosa Marianna fu restaurata per essere impiegata nelle gare juniores. Con questa moto iniziò la storia della Scuderia Speedy Gonzales, le cui colonne portanti sono state Farnè, Giovannini e Bortolotti (tutti uomini Ducati) e il pilota Renato Tarlazzi. Nella foto a destra vediamo il pilota Luciano Garagnani e Franco Farnè (il secondo e il terzo da sinistra); Giancarlo Bortolotti è seduto alla destra del tavolo, Renato Tarlazzi è in piedi tra Giovanni Giovannini (con gli occhiali) e il presidente del moto club, Silvio Zacchiroli.
Inizialmente sulle carene appariva solo la scritta MC UISP, poi apparve la dicitura Speedy Gonzales e non mancarono gli sponsor Gedol, azienda specializzata in lubrificanti, e Amaro Montenegro.
Nel 1969-70 Spaggiari ha gareggiato con le monocilindriche di 350 e 450 cc ottenendo ottimi risultati nelle gare della mototemporada romagnola.
Tutto avveniva con il beneplacito di Taglioni, che considerava la scuderia una sorta di “emanazione” della Casa bolognese, utile per portare avanti lo sviluppo in pista delle monocilindriche della famiglia a carter larghi, che sarebbe poi entrata in produzione.
Poi, alla fine del 1970, la Ducati rientrerà in forma ufficiale nelle competizioni.