Nel 2007 la MotoGP riparte con il nuovo regolamento che prevede motori con un massimo di 4 cilindri per una cilindrata ridotta ad 800cc.
La Ducati schiera la Desmosedici GP7 ed una nuova coppia di piloti costituita dal veterano Capirossi e dal giovane sostituto di Gibernau, quel Casey Stoner sul quale molti nutrono qualche perplessità vista la sua propensione alla caduta che gli ha fatto guadagnare il nomignolo di “rolling stoner”.
La più interessante novità tecnica della GP7, oltre alla cilindrata come da regolamento, è costituita da un sofisticato software atto a gestire le nuove norme sui consumi e il ritorno alla configurazione “screamer”, cioè a scoppi regolari, dopo che a partire dal Gran Premio d’Olanda del 2004 era stata adottata la soluzione a scoppi irregolari.
Già al primo Gran Premio in Qatar disputato il 10 marzo, che ancora non si svolgeva in notturna, esplode il fenomeno dell’accoppiata Stoner-Ducati: in qualifica il giovane australiano si piazza al secondo posto ad appena 5/000” dal poleman Rossi. In gara ingaggia una strenua battaglia con il pesarese ed alla fine lo costringe alla resa infliggendogli quasi tre secondi di distacco.
Dopo un “interlocutorio” quinto posto in Spagna incomincia una lunga striscia di vittorie intercalate da alcuni piazzamenti.
Il 23 settembre 2007 si disputa il Gran Premio del Giappone sul circuito di Motegi, il 15° della stagione, mancano ancora i Gran Premi di Australia, Malesia e Valencia. Stoner arriva sesto; è il suo peggior risultato ma è sufficiente per assicurargli matematicamente il titolo di Campione del Mondo.
Il Gran Premio fu vinto da Capirossi grazie alla tempestività con cui, al mutare delle condizioni meteorologiche, cambiò moto mettendo in atto la nuova regola del “flag to flag“.
Alla fine per Stoner e la sua GP7 si conteranno 14 podi, frutto di 10 vittorie (Qatar, Turchia, Cina, Spagna, Inghilterra, Laguna Seca, Repubblica Ceca, San Marino e Riviera di Rimini, Australia, Malesia) due secondi, due terzi posti. E poi un 4°, due 5° ed un 6°, oltre 6 giri veloci e 5 pole position; praticamente un dominio.
Stoner precedette in classifica Daniel Pedrosa e Valentino Rossi e portò alla Ducati sia il titolo costruttori che il titolo a squadre.
Gli altri due Campioni Mondiali del 2007 furono Gábor Talmácsi, Aprilia 125, e Jorge Lorenzo, Aprilia 250.
Molti attribuirono il dominio dell’accoppiata Stoner-Ducati al vantaggio derivante dalla superiorità delle gomme della Bridgestone che forniva in esclusiva la Ducati. Certo gli pneumatici rappresentavano un vantaggio, derivante però da una scelta coraggiosa risalente al 2005, che unitamente ad un ottimo motore, a una elettronica avanzata per quei tempi, a una ciclistica migliorata e infine alla classe del pilota formavano un “pacchetto” completo che portò la Ducati al trionfo contro i colossi giapponesi.
Ma questo risultato solo inizialmente fu sorprendente; in realtà, una volta sfumati gli entusiasmi del trionfo, molti ricordarono che la Ducati, anche se in versione 990cc, già nel 2006 aveva mostrato grande competitività e solo le conseguenze dell’incidente patito al Gran Premio di Catalogna avevano impedito a Capirossi di fregiarsi del titolo iridato 2006, un campionato che si era concluso con il trionfale vittoria di Bayliss, anch’egli su Ducati, nell’ultima gara a Valencia.
Stoner dal canto suo avrà modo di confermarsi negli anni successivi sia con la stessa Ducati che con la Honda; con la Desmosedici conquisterà altre 13 vittorie sfiorando il titolo nel 2008 poi, passato alla Honda, si riconfermerà Campione del Mondo nel 2011.