Nel 1967 alla biennale di Colonia in Germania venne presentato da Ducati il primo prototipo di motore con coppa dell’olio maggiorata e supporti motore larghi. La maggiore capienza d’olio, permettendo una migliore lubrificazione, aprì la strada ai primi modelli Desmo stradali.
Nel 1968, in concomitanza con la presentazione della serie “carter larghi”, la Ducati offre alla propria clientela la possibilità di acquistare le sportive Mark 3 (250/350/450) in versione “D” (DESMO) dotate di una testata con distribuzione desmodromica che si distingue da quella della 125 Gran Prix per una soluzione semplificata monoalbero e non a 3 alberi.
Queste moto potevano essere impreziosite con il contagiri Veglia Borletti competizione offerto in optional e dall’offerta di altri optional di potenziamento quali alberi a camme, getti carburatore, scarico a megafono e carenatura.
Stranamente non erano però dotate di comandi a pedale arretrati, neanche come optional, nonostante tutte le monocilindriche più sportive mai prodotte dalla casa di Borgo Panigale, partendo dalla 250 Mach/1 “carter stretti” del 1964 fino alle DESMO 2° serie del 1973 fossero tutte coerentemente equipaggiate con comandi a pedale arretrati.
Avendo motori praticamente identici, era possibile avere la testata Desmodromica anche per gli Scrambler.
La distribuzione desmodromica diventerà esclusiva della produzione Ducati solo con l’entrata in produzione dei motori della famiglia Pantah.