Renato Armaroli, classe 1933, è poco conosciuto dagli appassionati di motociclismo da competizione, eppure avrebbe meritato maggior fama specialmente per quel che ha significato per la Ducati.
Entra alla Mondial nel 1949, a 16 anni; nel 1952 lavorando nel reparto corse la sua strada si incrocia con quella dell’ing. Taglioni.
In contrasto con i vertici, Taglioni nel 1954 lascerà la Mondial per approdare in Ducati. Armaroli, in seguito al ritiro dalle corse della Mondial, lo seguirà nel 1957; sarà lui l’artefice materiale della messa a punto del sistema desmodromico trialbero.
Nel 1962 Armaroli lascia la Ducati per la Benelli dove collabora con l’ing. Auro Savelli che, tra l’altro, stava progettando un motore 4 cilindri che però non sfociò in una realizzazione concreta.
Nel 1964 Bruno Spaggiari, pilota ufficiale della Ducati che stava collaborando in Spagna con la Mototrans su mandato della casa madre, conoscendo la storia del 4 cilindri di Savelli, suggerì ai vertici della casa spagnola di assumere l’ingegnere per dare seguito al progetto del 250 4 cilindri. La proposta fu accettata e fu chiamato in Spagna anche Armaroli per collaborare allo sviluppo della moto. Purtroppo la MT250 GP anche in Spagna non ebbe seguito.
Ma Armaroli ebbe comunque modo di sviluppare alcuni progetti interessanti: la Ducati/Mototrans 285 monocilindrica più volte vincitrice alla 24 ore del Montiujch, una testata 4 valvole a molle con due carburatori (uno per ogni valvola di aspirazione) per monocilindrici Ducati e un prototipo sperimentale di un 250 monocilindrico con comando della distribuzione a cinghia dentata. E’ verosimile che questa sia stata la prima moto al mondo ad adottare questo schema di distribuzione.
La realizzazione più famosa di Armaroli però, è senz’altro la 500 GP bialbero 4 valvole per cilindro con distribuzione a cinghia dentata, moto che venne progettata e realizzata nel 1972 dal tecnico bolognese presso la sua struttura privata al ritorno dalla Spagna su commissione della stessa Ducati.
Infatti molto prima della nascita del Pantah, Taglioni e Mengoli si erano recati nell’officina di Armaroli per vedere da vicino la monocilindrica con distribuzione a cinghia dentata e gli dettero l’incarico di sviluppare una 500 GP bicilindrica con quel tipo di distribuzione. Ma poi la moto non venne sviluppata, forse proprio perché nata all’esterno senza la supervisione di Taglioni o quantomeno per la nota idiosincrasia di quest’ultimo per le 4 valvole. Quel motore però vantava soluzioni che in futuro sarebbero state adottate sulle nuove generazioni di motori desmodromici Ducati, a partire dalla distribuzione bialbero comandata da una cinghia dentata in gomma, con i condotti di aspirazione molto rettilinei rivolti entrambi verso il centro della V (layout ottenuto ruotando di 180° il cilindro verticale che perciò aveva lo scarico posteriore), camere di combustione a tetto con angolo tra le valvole ridotto, candela centrale; non era invece ancora dotato di distribuzione desmodromica e di iniezione elettronica. La ciclistica adottata, del telaista inglese Colin Seeley non si dimostrò all’altezza del propulsore e il progetto venne abbandonato.
In seguito Armaroli si dedicò al mondo delle 4 ruote collaborando allo sviluppo dei motori per la Formula 2 e per la Formula 1 della Tecno.
Oggi Armaroli gestisce una propria officina.