Nell’immaginario collettivo, comprese forse anche le generazioni più recenti, il costruttore italiano più assiduo nella top class del Motomondiale è la MV Agusta che ha partecipato al Campionato del Mondo ininterrottamente per 27 anni, dal 1950 al 1976, seguita dalla Ducati presente nella MotoGP dal 2003; per la casa bolognese ad oggi sono 16 anni, senza dimenticare qualche sporadica presenza nella 500 all’inizio degli anni ’70 con la bicilindrica a coppie coniche.
Anche la CAGIVA ha testimoniato la presenza italiana nella 500 per un lungo periodo che va dal 1980 al 1994 (15 anni) mentre più ridotte sono le presenze di Linto, Morbidelli e Sanvenero.
Ma il costruttore italiano che è ha partecipato alla classe regina del Motomondale per il più ampio arco temporale, pur con qualche momentanea assenza, è stata sicuramente la PATON che si è pervicacemente confrontata con i grandi del Motomondiale, MV Agusta prima e i giapponesi poi.
La PATON ha infatti partecipato alla classe 500 del Motomondiale per un primo decennio, dal 1966 al 1975, con una bicilindrica 4 tempi
per dedicarsi poi alla tecnologia del 2 tempi/4 cilindri dal 1976 al 2001, quindi in un arco temporale di 36 anni.
Riportiamo qui un breve ricordo della figura del tecnico cui spetta il merito di questa avventura, Giuseppe “Pep” Pattoni (Milano, 7 luglio 1926 – Milano, 29 agosto 1999).
Già tecnico al reparto corse della FB Mondial dove curò, tra le altre, la moto con cui Cecil Sandford si aggiudicò il titolo iridato della classe 250 nel 1957, quando alla fine di quello stesso anno la Mondial si ritirò dalle competizioni aderendo al Patto di astensione sottoscritto con Gilera e Moto Guzzi, Pattoni ottenne insieme al progettista Lino Tonti, il materiale giacente nel magazzino corse con cui iniziò l’avventura della Paton nel Campionato del Mondo.
Morì il 29 agosto 1999 per un aneurisma.