Certamente l’attuale classe Moto2, che prevede un motore monomarca derivato dalla serie, è molto distante dal concetto di prototipo che ha sempre ispirato i regolamenti delle classi partecipanti al Motomondiale.
Per elevarne il livello tecnico sarebbe stato già sufficiente aprire la classe ad altri costruttori di motori e liberalizzando maggiormente le possibilità di elaborazione.
Sarebbe però, a mio parere, più consono allo spirito del motomondiale un regolamento che preveda motori prototipo 500 bicilindrici. In tal modo si verrebbe a creare una catena di modularità con Moto3 e MotoGP in quanto le 3 classi avrebbero tutte una termica di base da 250 cc.
D’altronde è noto che i primi collaudi di una nuova termica spesso vengono effettuati con un prototipo monocilindrico.
Questo regolamento darebbe ampia libertà alla fantasia dei progettisti che potrebbero realizzare motori con architetture diverse: bicilindrico in linea, bicilindrico in tandem, bicilindrico in linea orizzontale, bicilindrico a V (45°, 60°, 75°, 90°, 180°) o addirittura boxer.
Oppure potrebbe anche accadere che un costruttore si voglia impegnare inizialmente nella classe intermedia per poi fare il grande salto in MotoGP.
Si aprirebbe così la strada tanto a costruttori di Moto3 che vogliano salire di categoria senza dover ricorrere ad onerosi investimenti quanto a costruttori di MotoGP che vogliano portare nella (vera) classe intermedia la propria tecnologia.
Qualcosa di analogo accadeva quando esisteva la classe 350 nella quale gareggiavano moto che possiamo definire, semplicisticamente, delle 250 maggiorate o delle 350 che servivano di base per sviluppare delle 500 o ancora delle 500 con cilindrata ridotta a 350.
In questa classe si aprirebbe la possibilità a Ducati di partecipare potendo scegliere tra due ipotesi: mezzo motore D16 che potrebbe essere o un 2 in linea o un 2V90°, in questo secondo caso si otterrebbe una architettura molto vicina a quella delle moto di serie.