E’ doveroso ricordare Bruno Ruffo (Colognola ai Colli, 9 dicembre 1920 – Verona, 10 febbraio 2007), per essere stato, nel 1949, il primo Campione del Mondo della 250 con la Moto Guzzi, di conseguenza è stato anche il primo italiano laureatosi in questa categoria.
Saprà poi ripetersi conquistando il titolo iridato della 125 con la Mondial nel 1950 e ancora quello della 250 con la Guzzi nel 1951.
Ma lo ricordiamo anche per un altro primato: vincendo la gara delle 250 al Gran Premio di Svizzera del 1949 è anche il primo italiano della storia del Motomondiale vincitore di un Gran Premio iridato in assoluto.
Infatti il Gran Premio di Svizzera, il secondo in calendario, si disputò nel corso delle giornate del 2 e 3 luglio 1949 sul circuito di Bremgarten; essendo in programma ben 5 classi (125, 250, 350, 500 e sidecar) la gara delle 250 fu fatta disputare il sabato; quindi Ruffo precedette di 24 ore Nello Pagani che il giorno dopo vincerà il primo Gran Premio della 125 (al GP precedente, il Tourist Trophy, le 125 non erano in programma).
Ruffo è ritenuto il più grande stilista della 250 di tutti i tempi, insieme a Tarquinio Provini e a Max Biaggi.
Iniziò a gareggiare nelle categorie minori nel 1937, abbastanza presto per quei tempi. Dopo aver servito la Patria su fronte russo, nel 1945 acquistò una Moto Guzzi 250 con la quale seppe mettersi in luce tanto da fargli ottenere la promozione in prima categoria nella quale gareggiò da privato nel biennio 1947/48 ottenendo anche qui ottimi risultati tanto che la Moto Guzzi lo ingaggiò per il 1949 come pilota ufficiale per la partecipazione al nascente Campionato del Mondo.
In particolare fu notato per la sua trionfale vittoria al Gran Premio delle Nazioni del 1948 disputato sul circuito di Faenza quando finì primo davanti alle due Benelli Casa e al plotone delle Guzzi ufficiali.
E Ruffo, come abbiamo detto in apertura, non deluse le aspettative dei vertici sportivi di Mandello conquistando il titolo della 250.
Nel 1950 la Moto Guzzi si prese una pausa di riflessione e, pur mantenendo sotto contratto Ruffo, gli consentì di gareggiare con altre case purché in classi non concorrenti; la Mondial non si fece sfuggire l’occasione e Ruffo la ripagò con la conquista del titolo della 125.
Con il ritorno della Moto Guzzi a tempo pieno nelle gare iridate, nel 1951 Ruffo si aggiudicò nuovamente il titolo della 250, il suo terzo titolo mondiale consecutivo. Quell’anno fece anche qualche sporadica apparizione nella classe 500 conquistando un 5° posto al Gran Premio delle Nazioni a Monza.
Nel 1952 e nel 1953 fu vittima di due brutti incidenti che non gli consentirono di difendere il titolo; dopo il secondo incidente decise di abbandonare il motociclismo e si dedicò saltuariamente alle competizioni automobilistiche gareggiando come pilota ufficiale per Alfa Romeo e Maserati.
Nel 1958, durante una gara in salita che stava disputando alla guida di una Maserati 2000, la vettura si capovolse ad oltre 200 km/h. Quell’incidente segnò il ritiro definitivo di Ruffo dalle corse.
Nel 1955 il Presidente Giovanni Gronchi conferì a Ruffo l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Nel 2003 il presidente Ciampi conferì l’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Bruno Ruffo e con lui altri campioni del mondiale come Giacomo Agostini, Pier Paolo Bianchi, Eugenio Lazzarini e Carlo Ubbiali.
Nel 2009 il figlio Renzo ha voluto ricordare le gesta del padre facendo realizzare un monumento commemorativo; l’iniziativa ha avuto l’ok del Comune di Verona. Il monumento è stato realizzato Marco Da Ronco dell’Antica Bottega d’Arte Berto da Cogolo. Ma l’impegno del figlio di Ruffo si è spinto anche nella realizzazione del libro “Cuore e asfalto” (Bloom Editore), 240 pagine ricche di mirabili fotografie, molte inedite.