Avrebbe potuto essere il primo italiano campione del mondo della SBK; infatti Giancarlo Falappa, “Il Leone di Jesi”, per molti anni è stato il miglior italiano avendo ottenuto 16 vittorie e 8 pole position in soli 4 anni di gare nonostante due gravissimi incidenti il secondo dei quali, quello di cui parleremo in questa nota, lo costrinse al ritiro dalle competizioni.
Dopo i primi successi con la Bimota, dal 1990 Falappa è pilota ufficiale della Ducati in SBK.
Nel 1994 inizia la stagione con la nuova Ducati 916 con la quale vince Misano quella che sarà la sua ultima gara.
L’11 giugno il team Ducati si reca sul circuito di Albacete per effettuare dei test in preparazione della tappa spagnola del mondiale SBK in programma il 19 di quello stesso mese.
Vengono provati un nuovo forcellone e un cambio elettronico, realizzato per assecondare le problematiche fisiche di Falappa, problematiche conseguenti ad un grave incidente subito nel 1990 che gli impediscono di piegare il ginocchio sinistro, non consentendogli di cambiare marcia mentre è in piega.
Era accaduto nel 1990 durante le prove ufficiali sul circuito dell’Österreichring, a Zeltweg; per evitare un altro pilota, Giancarlo va a sbattere contro un guard-rail procurandosi gravi ferite: 27 fratture, arteria femorale rotta con perdita di più di 2 litri di sangue; va in coma per 12 giorni.
Purtroppo un improvviso cedimento proprio del cambio elettronico sperimentale gli fa fare un volo di oltre quattro metri di altezza. L’impatto con l’asfalto è tremendo, Falappa si procura gravissime ferite ed entra in coma rimanendoci per 38 giorni.
Viene ricoverato nel reparto di rianimazione del policlinico di Albacete e la diagnosi è di “trauma cranoencefalico grave”; la prognosi è incerta tanto che i medici dichiarano che “la sua vita appare in serio pericolo”. Gli viene applicato un drenaggio per ridurre la pressione endocranica; gli edemi provocati dall’impatto sull’asfalto sono vasti e localizzati in parti differenti del cervello.
In questa tragica circostanza si scrive un altro capitolo della leggenda di Falappa; vedendo prolungarsi lo stato di coma i dottori chiedono all’entourage del pilota quale sia la cosa che gli sta più a cuore; la risposta è unanime: vincere in SBK. Allora si pensò di far registrare a Di Pillo, il noto giornalista commentatore, una cassetta con la sua voce che ripercorreva le fasi salienti della gara di Misano che Falappa aveva vinto battendo Scott Russell.
Al termine della cronaca Di Pillo registrò la frase “Svegliati Giancarlo, svegliati Giancarlo, Russel sta arrivando” ripetuta all’infinito. Ovviamente non se ne ha certezza, ma piace a tutti credere che questa sollecitazione fece risvegliare Falappa dal coma.
Dopo un lungo periodo di riabilitazione cercherà di tornare alle gare contro il parere dei medici; nel 1997 farà anche un test ma si renderà conto egli stesso che la sua forza di volontà non è corroborata dal fisico. Annuncia perciò il suo ritiro definitivo dalle corse diventando testimonial della Ducati.
Al momento dell’incidente Falappa era terzo nella classifica mondiale con 72 punti dietro l’americano Scott Russell su Kawasaki che ne ha 110 e il neozelandese Aaron Slight su Honda con 79.
Nella foto lo ricordiamo in quella che era diventata la sua firma personale nel giro d’onore alla fine delle gare vittoriose: l’impennata in piedi sulle pedane.