A distanza di oltre 40 anni dalla sua scomparsa, Saarinen viene ricordato come un pilota legato indissolubilmente alla Yamaha.
Eppure nella sua breve carriera, in tre occasioni, Jarno sfiorò la possibilità di accasarsi con un costruttore italiano e nel caso della Benelli il rapporto si concretizzò, anche se solo episodicamente.
Nel 1971, pur essendo ancora un emergente aveva già dimostrato rare doti di guida e di competenza tecnica con le Yamaha del team Arwidson, importatore della Yamaha per la Finlandia; venne perciò contattato dal progettista della Moto Guzzi, Lino Tonti, che avrebbe voluto affidargli lo sviluppo della V7 Sport finalizzato alla partecipazione al Bol d’Or se non all’intero Campionato Endurance. Insomma, Tonti avrebbe visto in Saarinen il pilota interprete del ritorno ufficiale, dopo il gran ritiro del 1957, della Moto Guzzi alle competizioni internazionali.
Durante l’estate si svolse anche un test sulla pista di Modena con esito più che soddisfacente da entrambe le parti ma poi la trattativa fu interrotta dalla dirigenza della Moto Guzzi la quale ritenne che l’immagine “invadente” del finlandese, il cui talento era tale da configurarsi come l’anti Agostini, nel caso di un risultato di prestigio avrebbe potuto mettere in secondo piano i meriti del mezzo meccanico, e quindi del marchio.
Nel 1972 la Ducati, che era da anni lontana dalle corse di rango internazionale, era alla ricerca di piloti cui affidare la guida delle sue 750 SS Desmo alla 200 miglia di Imola.
Contattò perciò Barry Sheene, Walter Villa, Gilberto parlotti, Renzo Pasolini e l’astro nascente Jarno Saarinen la cui fama di pilota di talento andava sempre più consolidandosi.
Ma all’epoca la Ducati non poteva vantare un palmarès all’altezza di quello delle case inglesi e giapponesi e pertanto tutti i piloti contattati, non conoscendo la moto e temendone la scarsa competitività, rifiutarono l’offerta.
Nell’agosto di quello stesso anno Saarinen ricevette la proposta di De Tomaso per pilotare le nuove Benelli da GP a 4 cilindri, progettate da Prampolini e Bertocchi, Dopo un rapido test, il 20 agosto Jarno si presentò al via della gara internazionale non valida per il mondiale sul circuito cittadino di Pesaro-Villa Fastiggi.
E fu tripletta: infatti il finlandese vinse la 250 con la Yamaha e poi fu il trionfo nelle classi 350 e 500 dove riuscì a battere Giacomo Agostini che gareggiava con le favolose MV Agusta tre cilindri, binomio imbattuto da circa cinque anni tranne un paio di occasioni in cui primeggiarono Angelo Bergamonti e Alberto Pagani, entrambi comunque alla guida delle MV.
Una settimana dopo, alla “Conchiglia d’Oro Shell” che si sarebbe dovuta disputare sul circuito di Imola, ci sarebbe stata la rivincita se ilmaltempo non avesse impedito di disputare la manifestazione.
La tripletta pesarese dette l’illusione che si potesse concretizzare una accoppiata in grado di contrastare l’egemonia della coppia Agostini/MV ma purtroppo le titubanze di De Tomaso circa l’impegno nel Motomondiale convinsero Saarinen ad accettare l’offerta Yamaha.