Stirling Moss (Londra, 17 settembre 1929) ha vinto 16 Gran Premi su 66 disputati risultando così il pilota che nella storia della Formula 1 ha vinto il maggior numero di gare senza aver mai conquistato il titolo mondiale. Infatti chiuse il campionato al secondo posto nel 1955, 1956, 1957 alle spalle di Fangio e nel 1958 battuto di un solo punto da Hawthorn. Finì anche 3 volte terzo nel triennio 1959/61.
In breve sintesi per 7 anni consecutivi, dal 1955 al 1961, è finito sempre secondo o terzo in campionato; per questo viene spesso ricordato come “l’eterno secondo” o “il re senza corona” .
Probabilmente la sua annata migliore fu quella del 1958 quando, alla guida della Vanwall, ottenne 4 vittorie contro la singola vittoria di Hawthorn che però riuscì a batterlo in Campionato con un sol punto di vantaggio avendo a disposizione una Ferrari più affidabile della Vanwall.
Moss mantenne il primato di pilota inglese di maggior successo in termini di vittorie singole fino al 1965, quando venne raggiunto e superato da Jim Clark.
Aveva esordito in Formula 1 nel 1951 al Gran premio di Svizzera al volante di una HWM-Alta.
Fu pilota fortissimo anche con le vetture Sport, sia nelle gare in circuito che in quelle in linea. Di lui si ricorda l’epica Mille Miglia del 1955 vinta alla media record, mai più battuta, di 157,650 km/h (1.597 km in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi) facendo poi doppietta con la Targa Florio quello stesso anno.
Il 19 gennaio 1958 portava per la prima volta alla vittoria una monoposto a motore posteriore.
Con Phil Hill e Maurice Trintignant, è uno dei tre soli piloti ad aver vinto dei Gran Premi sia con monoposto a motore anteriore che posteriore.
Nel 1962, mentre era alla guida di una Lotus in una gara non di campionato sul circuito di Goodwood, rimase gravemente ferito in un incidente che gli costò il ritiro dalle competizioni. Si vociferava che fosse in procinto di passare alla Ferrari o che quantomeno avesse un pourparler con Maranello.
Questo il giudizio di Ferrari sul pilota inglese: “Nell’automobilismo soltanto due piloti sono stati migliori delle macchine sulle quali gareggiavano: Tazio Nuvolari e Stirling Moss. Stirling è stato senza dubbio il pilota più vicino al mio temperamento”.
Durante la sua carriera ha corso per Cooper, Lotus, Maserati, Mercedes e Vanwall.
Preferiva gareggiare con vetture inglesi perché, soleva dire, “È meglio perdere con onore in una vettura inglese che vincere con una vettura straniera“. Ma, purtroppo per lui, le vetture inglesi in quel periodo spesso non erano competitive. E allora per ottenere risultati di prestigio dovette piegarsi a gareggiare con monoposto “continentali” come Maserati e Mercedes.
Veniva da una famiglia appassionata di sport motoristici: suo padre Alfred arrivò 14º alla 500 miglia di Indianapolis nel 1924 mentre la sorella Pat, più giovane di lui, è stata una valida pilota di rally.
Moss è stato uno dei primi clienti della Cooper riuscendo a convincere suo padre a comprargli una Cooper 500 di Formula 3 con la quale ottenne numerose vittorie.
Nel 1952 non partecipò a nessun Gran Premio di Formula 1 ma arrivò secondo al Rally di Montecarlo alla guida di un Sunbeam-Talbot 90 avendo come co-pilota John Cooper.
Il primo podio in Formula 1 arrivò al Gran Premio del Belgio del 1954 classificandosi terzo dietro Fangio e Trintignant.
Dopo aver gareggiato con monoposto Era, Cooper e Maserati, nel 1955 divenne compagno di squadra di Fangio nel team Mercedes; con la W196 ottenne la sua prima vittoria in Formula 1 al Gran Premio di Gran Bretagna terminando il Campionato al secondo posto nella classifica finale proprio dietro Fangio.
Di quel periodo ricordiamo un curioso aneddoto: al termine della corsa britannica Moss chiese a Fangio: “Mi hai lasciato vincere?” e l’argentino replicò: “No, sei semplicemente stato più bravo di me quel giorno”.
In seguito sarà ancora alla guida di Maserati e poi di Vanwall, Cooper e Lotus, le sue amate monoposto inglesi.
Continuerà a gareggiare in Formula 1 fino al 1961 quando ottenne l’ultima vittoria nel Gran Premio di Germania.
Poi il 23 aprile 1962 l’incidente che lo indusse in uno stato comatoso per 30 giorni e gli paralizzò parzialmente la parte sinistra del corpo per sei mesi. Ci vollero parecchi minuti per estrarlo dalla monoposto accartocciata. L’anno seguente, dopo aver effettuato una sessione di test con una Lotus, pur girando con tempi di tutto rispetto, dichiarò di non essersi sentito a proprio agio alla guida e decise di concludere definitivamente la propria carriera in Formula1.
Molti medici ipotizzarono che Moss fosse tornato al volante troppo presto e che altri sei mesi di recupero gli avrebbero consentito di recuperare la piena forma fisica.
Fece comunque un breve ritorno nel mondo delle corse nel 1968 quando disputò la 84 ore del Nurburgring al volante di una Lancia Fulvia HF ufficiale, alternandosi alla guida con Innes Ireland e Claudio Maglioli; quindi fece un’altra apparizione nel BTCC (British Touring Car Championship) nel 1980 alla guida di una AUDI in coppia con Martin Brundle.
E’ stato commentatore televisivo per la BBC e ha partecipato ad alcune gare riservate alle auto d’epoca.
In realtà Moss, pur rinunciando alla Formula 1, non aveva mai annunciato il suo ritiro ufficiale dall’attività agonistica fino al giugno del 2011 quando, in occasione delle prime prove della Le Mans Classic, gara per vetture d’epoca di contorno alla 24 Ore di Le Mans, dichiarò che per la prima volta nella sua vita aveva provato paura al pensiero di mettersi al volante di un’auto da corsa. E difatti, dopo pochi giri al volante di una Porsche Rsk, arrivò l’annuncio ufficiale: «Smetto con le corse».
Nel 2008 la Mercedes gli ha dedicato uno modello speciale della SLR McLaren denominata appunto SLR Stirling Moss.
Stirling Moss è morto all’età di 90 anni il 12 aprile 2020, giorno di Pasqua.