Al Salone Internazionale della Moto di Colonia nel 1992 la Ducati presenta il prototipo di una moto al di fuori degli schemi in auge a quell’epoca; quel primo prototipo fu battezzato semplicemente M900.
La leggenda vuole che in fabbrica la moto sia stata soprannominata Monster, cioè “mostro” in dialetto emiliano, che poi diventerà la denominazione ufficiale. In realtà sembra che fosse solo un nome convenzionale di progetto ispirato a dei gadget per bambini, i “Monster in my pocket”.
La moto, priva di qualunque sovrastruttura, è un misto di componenti provenienti dalla produzione Ducati: sul telaio a traliccio della serie 851/888 monta il bicilindrico 2 valvole da 904cc di provenienza SS raffreddato ad aria/olio ritenuto più trattabile del 4 valvole ma anche più economico e di minore ingombro.
Questa moto di fatto introduceva il concetto moderno di nuda (naked), che rappresenterà il fenomeno degli anni ’90 e di quelli seguenti. Il concetto di naked è quello di una vera moto sportiva privata della ingombrante carenatura ma che al contempo conserva tutta la componentistica tipica delle supersportive e che quindi si distingue dalle altre moto senza carenatura che sono sostanzialmente delle pacifiche moto stradali.
Il successo di pubblico è tale che il 5 marzo 1993 ne viene avviata la produzione e a maggio di quello stesso anno è già nelle vetrine dei concessionari, inizialmente con la sola motorizzazione di 904cc.
Sarà un boom di vendite tanto che fra i tanti meriti il Monster va sicuramente annoverato quello di aver salvato la Ducati dalla crisi che la attanagliava negli anni ’90.
Il Monster n° di telaio “000001”, un M900 rosso, fu assegnato ad Ayrton Senna di cui Castiglioni era un appassionato ammiratore; purtroppo la moto andò distrutta nel corso di un incidente occorso ad un parente del pilota brasiliano.
Ci vorrà poco perché questa moto strana, essenziale, al di fuori di ogni schema faccia tendenza al punto tale da generare un nuovo segmento di mercato.
Sarà una delle moto più imitate di tutti i tempi, il modello di maggior successo della Ducati, una icona, che avrà una lunga vita; nel 2018, 25 anni dopo, è ancora in produzione con oltre 350.000 esemplari venduti.
Verrà declinata in diverse cilindrate spazianti da 400 a 1200cc, con alimentazione a carburatori e ad iniezione, a 2 e 4 valvole, raffreddamento ad aria e a liquido, in diversi allestimenti (ricordiamo in particolare la Dark) e serie speciali per un totale di una quarantina di varianti; ha generato una vera propria famiglia, quasi un brand autonomo nel listino Ducati (una strategia di marketing che in seguito Ducati metterà in atto con lo Scrambler).