Come doverosa premessa devo precisare che non esistono titoli mondiali conquistati facilmente; anche in un periodo di monopolio tecnico il pilota deve avere la stoffa per poter sfruttare e gestire il mezzo meccanico che gli viene messo a disposizione.
In altre occasioni vi ho parlato della “facilità” con cui Agostini avrebbe conquistato 10 dei suoi 15 titoli, precisamente quelli del quinquennio 1968/1972 durante il quale non trovò nessun ostacolo sulla via dell’iride; se infatti qualche pilota di valore c’era anche in quel periodo, quelli che scarseggiavano, anzi erano totalmente assenti, erano i mezzi meccanici in grado di competere con le favolose MV Agusta 350/500 3 cilindri che Agostini aveva in dotazione.
Ma devo dire che in verità non fu solo Agostini a beneficiare di una significativa vacatio tecnica.
Infatti, dopo il ritiro collegiale di Gilera, Mondial e Moto Guzzi annunciato alla fine del 1957, la MV Agusta rimase padrona del campo avendo come avversarie le monocilindriche inglesi nelle due maggiori cilindrate (350/500), qualche privato di lusso nella 250 e la sola Ducati, con le sue scarse risorse economiche, nella 125.
E così nel triennio 1958/60 i piloti della MV si assicurarono i titoli di tutte le classi del motomondiale; tra questi spicca la figura di Surtees che realizzò tre doppiette consecutive in 350 e 500 mentre nelle cilindrate più basse, 125 e 250, dominava Carlo Ubbiali contrastato, spesso con successo, da Tarquinio Provini.
Poi, nel 1961, incominciarono a vincere i giapponesi nelle classi minori (125 e 250), ma nelle “grosse” cilindrate ci fu il dominio incontrastato di Gary Hocking.
Dal 1962 anche la 350 divenne terreno di caccia dei giapponesi ma nella 500 persisteva il dominio incontrastato della 500, questa volta portata al titolo per quattro volte consecutive (1962/1965) da Mike Hailwood.
A contrastare la MV ci provò la Gilera nel 1963 con le sue “riesumate” 4 cilindri consegnate alla scuderia Duke, che le affidò ai piloti John Hartle e Derek Minter (quet’ultimo poi, vittima di un infortunio, sostituito da Phil Read), ovviamente con scarso successo stante la scontata obsolescenza delle 4 cilindri di Arcore.
Nel frattempo era spuntata la stella di Agostini; contemporaneamente la Honda aspirava a più alti traguardi.
E così nel 1966 si assistette ad uno scontro ad armi pari nella classe regina tra due grandi Campioni quali Hailwood e Agostini alla guida, rispettivamente, della Honda e della MV Agusta.
E allora fu vera battaglia: sia nel 1966 e che nel 1967 la vittoria finale andò ad Agostini ma in entrambi i casi i due Campioni terminarono a parità di vittorie.