Il 21 febbraio 1991 arriva l’annuncio tanto atteso da quel lontano 1957:
“Il ritorno della Gilera al Mondiale di velocità è il fiore all’occhiello del Gruppo Piaggio. È stato deciso per confermare il ruolo di questo Marchio tra i leader mondiali per offrire alla produzione di serie i positivi riflessi delle corse, banco di prova estremo. Tra le varie classi è stata scelta la 250 perché attualmente è la più competitiva. L’obiettivo è scendere in pista con test privati entro il 1991, partecipare a qualche GP nel ’92, essere vincenti nel ’93. Con un budget di 7 miliardi di lire per il ’91.”
I tecnici incaricati del progetto erano l’ingegner Masut e l’ing. Federico Martini, ex Bimota e Ducati. Il motore era un bicilindrico a V di 75° con contralbero di bilanciamento, ammissione lamellare a 6 petali, valvole parzializzatrici allo scarico controllate dalla centralina elettronica. La potenza massima dichiarata era di 86,5 CV a 12.750 giri/minuto nel ’92 per arrivare agli oltre 94 CV a 12.800 giri/minuto nel ’93.
Per il Mondiale del 1992 furono ingaggiati Lavado e Ruggia con scarsi risultati. Nel 1993 furono sostituiti da Gramigni e Casoli ed arrivò il tecnico Harald Bartol.
Nonostante queste novità i risultati furono ancora una volta scarsi principalmente per motivi di affidabilità e l’avventura ebbe termine. Il marchio Gilera tornerà alle competizioni mondiali nel 2001 nella classe 125 con una moto derivata dalla DERBI da GP e poi ancora ne 2006 partecipando alle classi 125 e 250 utilizzando moto Aprilia. Aprilia e Derbi, infatti, facevano parte del gruppo Piaggio come la Gilera. Con queste moto la Gilera conquisterà un titolo nella 125 con Manuel Poggiali nel 2001 ed un titolo nella classe 250 con Marco Simoncelli nel 2008; ma non era la stessa cosa.