Qualche giovane lettore rimarrà forse sorpreso nell’apprendere che negli anni ‘60 (erano i tempi della guerra fredda USA/URSS) alcune moto costruite nell’URSS (Unione Sovietica) hanno partecipato ad alcune gare internazionali di velocità in pista, compresi alcuni Gran Premi del Motomondiale.
Ma ancor più sorprendente, considerati i limiti ed i vincoli imposti dal regime dell’epoca, è il fatto che abbiano ben figurato, dimostrando una discreta competitività e conquistando anche qualche punto iridato.
La moto sovietica di maggior successo è stata la Vostok S-364, una Gran Prix 350 4 tempi, 4 cilindri; fu senza tema di smentita l’espressione tecnologicamente più avanzata del motociclismo russo del tempo.
Vostok significa “oriente” in russo; il termine diventò universalmente noto quando, nel 1961, Juri Gagarin divenne il primo uomo a girare in orbita intorno alla Terra a bordo della navicella Vostok-1, assumendo così un significato emblematico della tecnologia sovietica.
La Vostok 350, costruita dalla SKEB (spesso scritta CKEB alla russa), ha gareggiato saltuariamente nel mondiale fra il 1964 ed il 1965, soprattutto nelle gare dell’Est e del Nord Europa (Cecoslovacchia, DDR, Finlandia).
Il debutto a livello mondiale avvenne al Gran Premio motociclistico della Germania Est 1964, sul circuito del Sachsenring, quando al via della classe 350 si presentarono due Vostok S-364 affidate alla guida dei piloti Endel Kiisa e Nikolaj Sevostyanov; pur mostrando buone doti di accelerazione e maneggevolezza furono costrette al ritiro.
Nel successivo GP di Finlandia del 1964 la Vostok conquistò con Kiisa il 3 ° posto dietro alle due Honda di Jim Redman e Bruce Beale, sorprendendo tutti gli addetti ai lavori ed il pubblico degli appassionati che fino ad allora non aveva tenuto nella giusta considerazione le Gran Prix sovietiche.
Un anno dopo, nel GP d’Austria del 1965 non contemplato nel calendario del motomondiale, Endel Kiisa stava conducendo la gara al primo posto ma purtroppo un guasto meccanico lo costrinse al ritiro quando mancava circa un chilometro al traguardo. In seguito, al GP di Cecoslovacchia, l’altro pilota della Vostok, Sevostyanov, si piazzò al terzo posto alle spalle del vincitore Redman su Honda e di Woodman con la MZ.
Ma, nonostante si incominciasse a vedere qualche risultato concreto, alla fine del 1965 i sovietici decisero di ritirarsi dai Gran Premi internazionali; si ripresenteranno qualche anno dopo, nel 1968 e nel 1969, al Sachsenring con una versione da 500 cc della Vostok senza però ottenere grandi risultati e ciò segnò definitivamente la fine della presenza sovietica nei GP del Mondiale.
In Italia le moto da gran premio russe si sono viste in occasione dell’incontro bilaterale motoristico Italia-URSS. Le gare di velocità si svolsero il 26 settembre 1965 sulla pista Junior di Monza.
Le due formazioni disponevano ognuna di 2 moto 250, 2 moto 350 e 2 moto 500 che si sfidarono in gara unica con classifiche separate. La gara fu un trionfo per moto e piloti italiani; in particolare si distinse Tarquinio Provini che ottenne la vittoria assoluta in sella alla Benelli 250; tra i russi si distinse Jiri Randla che con la SKEB nelle 500 riuscì ad impegnare i nostri Mandolini con la MotoGuzzi monocilindrica e Milani con l’Aermacchi.
Per la cronaca, malgrado la netta sconfitta nella velocità, l’URSS riuscì ad imporsi nelle moto grazie ai trionfi nel cross e nello speedway. Ma nel complesso il successo andò agli italiani grazie ai successi nelle gare di kart e Formula 3.
Le origini della Vostok risalgono al 1942, quando a Serpuchov, un paesino a circa 100 chilometri a sud di Mosca, venne fondato un centro di ricerca e sviluppo al servizio dell’industria motociclistica sovietica denominato “Vniimotoprom“.
Inizialmente più che di ricerca e sviluppo la Vniimotoprom si impegnò nella replica di moto prodotte nell’Europa occidentale adattandole alle esigenze e alle capacità produttive, in verità assai limitate all’epoca, delle fabbriche locali.
Il centro era diretto da un tecnico di valore, tale S. Ivanitzki, che si sarebbe in seguito occupato anche della partecipazione dei piloti sovietici alle competizioni internazionali.
Una svolta tecnologica si ebbe quando, terminata la guerra, la Russia acquisì i territori della Germania Est, e di conseguenza entrò in possesso degli stabilimenti e della tecnologia DKW di Zschopau, uno dei più grandi produttori di moto negli anni ’30.
Dato che l’USSR voleva debuttare nelle competizioni internazionali, tra il 1950 e il 1957 la Vniimotoprom allestì una nuova linea di motori a 4 tempi di ispirazione inglese: S-154 (monocilindrico), S-254 (2 cilindri), S-354 e S-555 (500 cc) tutti doppio albero a camme in testa azionato da ingranaggi conici, cilindri in alluminio con canne in ghisa, telai ispirati al Norton “Featherbed” e, soluzione insolita per moto da competizione, trasmissione finale ad albero.
Si vociferava anche di un 250 4 cilindri che però non uscì mai dallo stadio di prototipo.
La designazione dei modelli seguiva uno schema semplice: la prima cifra individuava la classe, 1 per la 125, 2 per la 250, 3 per la 350 e 5 per la 500; le successive due cifre rappresentavano l’anno. Ricordiamo alcune eccezioni come la S-Series 175. (Quindi la sigla S-364 della Vostok indica chiaramente che si tratta di una 350 prodotta nel 1964). Gli unici modelli che si fregiarono della denominazione Vostok erano i quattro cilindri S-364 e S-565. Alcune fonti hanno citato anche una S-564 e una S-569 di cui però non si hanno notizie certe.
La prima uscita oltre la “cortina di ferro”avvenne nell’estate del 1957 al Gran Premio di Finlandia; i risultati furono deludenti perciò alla fine dell’anno il centro studi di Serpechov concluse accordo di collaborazione con le cecoslovacche CZ e Jawa, anch’esse in orbita sovietica.
A cavallo degli anni 1950-1960 venne prodotta una nuova serie di moto corsa: S-159, S-259 e S-360 che poco differivano dalle Jawa bicilindriche bialbero.
L’11 maggio del 1961 il pilota russo Nickolai Sevastyanov regalò al partito il primo podio arrivando terzo con la S-360 al Gran Premio di Finlandia non valido per il campionato del mondo; una soddisfazione alquanto relativa per i russi considerando che contemporaneamente gli altri costruttori del blocco sovietico – CZ, Jawa e MZ – ottenevano risultati ben più significativi.
L’anno successivo, nel 1962, nel Gran Premio mondiale della Germania dell’Est, Sevastyanov si classificò 5° nella 250 e 6 ° nella 350.
Poi, all’inizio degli anni ’60, essendo il direttivo del partito comunista sovietico risoluto a partecipare competitivamente al Motomondiale con mezzi progettati e costruiti in Russia e ritenendo insufficienti le bicilindriche della serie S, furono stanziate ingenti sovvenzioni statali che portarono alla realizzazione di una nuova 350 da Gran Premio.
Faceva così, nel 1964, la sua comparsa sulla scena mondiale la Vostok S-364 fortemente ispirata alle coeve pluricilindriche 4 tempi italiane. La Vostok era infatti una 350 (346,8 cc; alesaggio x corsa = 49x46mm) 4 cilindri in linea trasversali, 4 tempi, bialbero con cambio sei marce, potenza dichiarata 59 CV a 13.000 giri, potenza stimata con un certo ottimismo ricordando che le dominatrici del campionato, MV Agusta e Honda, ne dichiaravano poco più di 50.
Nell’anno del debutto la Vostok fu vittima di continue rotture del motore ma, anche quando riusciva ad arrivare al traguardo, veniva regolarmente battuta dalle Aermacchi monocilindriche ad aste e bilancieri.
Probabilmente a causa degli scarsi risultati la burocrazia prese il sopravvento riducendo i finanziamenti anziché aumentarli per sostenere l’evoluzione di un progetto che comunque sembrava promettente.
Solo nel 1968 si rivide una Vostok in una gara internazionale, il Gran Premio di Finlandia, con una S-565 da 500cc che nelle sue linee generali ricordava la 350 cc ma aveva un telaio più robusto e testate a 3 valvole (2 aspirazione, 1 scarico). Kiisa condusse per alcuni giri poi fu costretto a cedere la testa ad Agostini per poi ritirarsi mentre Sevastyanov concluse al 4 ° posto.
Era l’ultima gara per le moto sovietiche in un circuito internazionale.
La Vostok continuò l’attività agonistica fino al 1972 limitatamente alle gare dell’URSS, della Finlandia e di altri paesi dell’Est.
Si è rivista nel giro internazionale in occasione delle manifestazioni per moto d’epoca degli anni ’90.
Siamo convinti che se il programma Vostok fosse stato sostenuto la moto sovietica, specie se affidata ad un top rider, avrebbe potuto occupare stabilmente il terzo gradino del podio, o forse addirittura qualcosa di più. Chi all’epoca assistette al GP di Finlandia del 1968 potrebbe testimoniare quanto appariva veloce la Vostok tanto che, se alla guida ci fosse stato un top rider, Agostini sarebbe stato pressato duramente.