Il 10 luglio 1924 nasceva a Parma l’ing. Giulio Alfieri, ricordato principalmente per aver prestato la sua opera di progettista presso la Maserati dal 1953 al 1975 occupandosi della realizzazione di prestigiose Gran Turismo e autovetture da competizione.
Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano, entrò nei Cantieri Navali del Tirreno di Genova, dove si occupò di turbine a vapore. Nel 1949 passò alla Innocenti, dove partecipò alla progettazione della Lambretta 125 Record del 1951 per passare poi, nel 1953, alla Maserati dove formò un prestigioso staff tecnico con Gioacchino Colombo e Vittorio Bellentani.
Tra le sue più riuscite realizzazioni ricordiamo tutta la serie di motori 6 cilindri in linea ed 8 cilindri a V per le GT. Ma non possiamo non citare la 250F che nel 1957 conquistò il titolo mondiale di Formula 1 con Manuel Fangio e i poderosi 8V da competizione che per alcuni anni hanno detenuto il record di velocità massima a Le Mans e il 12 cilindri 2500 cc di Formula 1 da cui derivò un 3000 cc per il nuovo regolamento di Formula 1 in vigore dal 1966, motore che fu installato su monoposto della Cooper.
Dopo l’ingresso della Citroen nel capitale della Maserati nel 1969 sviluppò il V6 90° per la Citroen SM ricavandola da una sezione del V8; sulla base di questo V6 verranno poi sviluppati i motori della Maserati Merak e della famiglia Biturbo.
E’ comunque principalmente ricordato per la Maserati A6G54 del 1955, la 3500 GT del 1957 e per la barchetta da competizione Birdcage (gabbia per uccelli) del 1961 caratterizzata da un telaio costituito da un traliccio di sottilissimi tubi, da cui lo strano appellativo.
In rotta con i vertici Citroen, nel 1975 lasciò la Maserati nel 1975 per passare alla Lamborghini dove lavorò ai motori V8 e V12.
Nella prima metà degli anni ’70 ricevette l’incarico dalla I.A.P. Industriale di disegnare e realizzare il layout produttivo dello stabilimento Honda Italia di Atessa, che entrerà in attività nel 1976.
Nel 1977 realizzò il motore della poderosa Laverda 1000 V6 Endurance (che appariva come un motore Maserati in miniatura) che purtroppo non ebbe particolare fortuna essendo già iniziata la crisi della casa di Breganze.
Morì a Modena il 20 marzo del 2002.