Franco Gozzi, compianto segretario di Ferrari, ci ricorda questa storia che risale agli anni ’80:
«Facciamo un balzo in indietro nel tempo e torniamo agli anni Ottanta. Stavo andando in ufficio sulla strada Estense che da Modena porta a Maranello» scrisse il nel suo libro “Alla destra del Drake” «e mi saltò all’occhio una pubblicità riportata sulle tabelle delle fermate d’autobus: un riquadro giallo delimitato in alto dal tricolore nazionale e in basso da una scritta in nero con la sbarretta allungata proprio come nel logo Ferrari, mentre in mezzo, orrore degli orrori, campeggiava un maialino rampante. Sapevo che Enzo Ferrari veniva in ufficio per quella stessa strada ed ebbi subito il presagio del travaglio che ne sarebbe seguito. Quando infatti arrivò in fabbrica fremeva, schiumava rabbia. Convocammo il responsabile del misfatto, un certo Montorsi, commerciante di prosciutti, la questione era sul piano della lesa maestà dell’oltraggio della storia. Fu concordata una transazione, così, alla buona, ma l’ufficio legale della Fiat invece volle cocciutamente la guerra, lo scontro diretto, pagando però alla fine un penoso tributo di sangue. Adesso sono molto amico di Montorsi di Vignola e gli ho finalmente rivelato quello che da contendente non potevo ovviamente confessargli: la sua idea del maialino rampante è stata e rimane semplicemente geniale».
Dopo tanti anni dallo svolgersi di questi fatti, nel 2008 la SAMI ha potuto depositare il marchio del maialino che è diventato il simbolo ufficiale dell’azienda.
Quel maialino rampante trovò poi ospitalità sulla monoposto di Ayrton Senna (come testimoniato fotograficamente dalla rivista Autosprint) nel giorno del suo debutto in Formula Uno sul circuito di Rio de Janeiro, nel 1984.