Le Road Race, sono una vera “fabbrica di eroi” e quest’anno ci raccontano una bella storia, ovvero quella di Enrico Rocchi, pilota Bergamasco avvezzo alle cronoscalate nella doppia veste di pilota di moto e passeggero di side-car!
E’ la storia di un tributo, un vero e proprio omaggio alla memoria del suo amico Dario Cecconi che di queste gare era partecipante assiduo e che in Irlanda a Tandragee lo scorso hanno ha terminato le sue corse terrene.
Parte così l’impresa “Tandragee 2018”, dove Enrico si prefigge la partecipazione alla gara per riprendere idealmente il cammino interrotto dall’amico, ma oltre alle consuete difficoltà economiche facilmente immaginabili, si aggiunge una serie di vicissitudini, come il veto FMI alla partecipazione di moltissime gare stradali (Tourist Trophy, Manx, North West etc.) e quindi di fatto obbligato a prendere licenza Croata; inoltre gli organizzatori non accettano inizialmente la sua iscrizione alla classe 1000 (lui ha un Suzuki 750) motivando la decisione con l’alta pericolosità della categoria e la scarsa esperienza dell’atleta, ma alla fine viste le motivazioni, gli accordano il permesso.
Le difficoltà in crescendo lo spingono a chiedere l’aiuto di un suo concittadino, quel Barry Rivellini pilota e manager del Team Rocknroad, un punto di riferimento per gli appassionati di moto.
Avvezzo alle storie di sudore e passione, Barry sbroglia le matasse burocratiche del caso e contribuisce con generosità mettendo a disposizione i propri mezzi per dare ad Enrico il massimo supporto.
Parte così finalmente il lungo viaggio per l’Irlanda, le due gare disputate nel paese del trifoglio regalano un enorme soddisfazione, per il gesto, per l’esperienza, e perché no, anche l’orgoglio di essere giunto 40° su oltre sessanta partecipanti alla sua prima esperienza in questo genere di gare.
“Ho capito cosa intendessero gli organizzatori” – dice Enrico – “a proposito di esperienza e pericolosità. Solo quando nel secondo turno di prove, sono stato passato dai Top Riders, forti piloti che spesso vincono anche al TT; fino a quel momento avevo percorso solo pochi chilometri e quando mi hanno sfiorato a velocità inimmaginabili per me, ho sentito un vento gelido nella spina dorsale…”
Al termine dell’impresa, una tappa è d’obbligo: il JOEY BAR, locale che raccoglie molti cimeli del più grande pilota del TT, ovvero Joey Dunlop! Inutile dire che da buon bergamasco, finita la gara non poteva far altro che festeggiare con una bella bevuta!