20 giugno 1965: la Ferrari 250 LM del team NART (North American Racing Team dell’importatore Ferrari per il Nord America, Luigi Chinetti) affidata all’equipaggio Masten Gregory/Jochen Rindt vince la 24 ore di Le Mans costringendo alla resa i favoriti prototipi della Ford e della stessa casa di Maranello.
Fu questo l’ultimo successo della Ferrari nella maratona francese; fino ad oggi nessun’altro costruttore italiano è stato capace di conquistare la mitica corsa di durata francese.
Le due sfidanti sfoderavano il meglio della loro ingegneria da competizione: alla Ford con le sue GT40 da 4.700cc e 7.000cc (!) la Ferrari opponeva le 275/330 P2 (3.300cc/4.000cc).
Di primissimo piano anche i piloti; tra questi solo l’equipaggio composto da Nino Vaccarella e Pedro Rodriguez riuscirà a portare al traguardo un prototipo della Ferrari, occupando però un modesto settimo posto.
Il gran caldo e la strenua lotta fecero strage di freni e cambi sulle macchine più potenti e veloci.
Si mise così in luce questa berlinetta della Ferrari in configurazione GT; infatti nelle intenzioni del Cavallino questa vettura era destinata a sostituire la gloriosa GTO. In realtà la berlinetta gareggiava nella categoria Prototipi per problemi di omologazione; ma di questa storia parliamo più avanti.
La 250 LM dimostrò che la vittoria non fu fortunosa perché al secondo posto si piazzò una vettura gemella di una scuderia belga.
La berlinetta GT fu presentata dalla Ferrari al Salone di Parigi del 1963. Era la prima GT di Maranello a motore posteriore.
Derivava strettamente dal prototipo 250 P al quale rassomigliava molto anche nella impostazione estetica riprendendone gli stilemi più caratteristici.
Il motore 3 litri era uguale a quello della GTO a sua volta derivato da quello della 250 Testa Rossa. Dopo quel primo esemplare
venne adottato il 3,3 litri della 275 nella versione con sei carburatori da 320 CV; per questo motivo spesso viene citata come 275 LM ma la sua denominazione ufficiale è rimasta 250 LM.
Venne anche modificato il tettuccio prolungando il profilo superiore del lunotto incassato; alcuni esemplari adottarono una versione allungata del musetto.
Progettata per conservare il dominio della categoria GT seguendo le orme della GTO, la 250 LM non ottenne l’omologazione perché la Ferrari ne allestì solo 33 esemplari contro i 100 richiesti dal regolamento.
In pratica al Drake non riuscì la stessa furbata messa in atto con la GTO quando ottenne che venisse considerata come un’evoluzione della SWB. E come dar torto alla FIA che al momento della ispezione si ritrovò il motore spostato nella parte posteriore della vettura quando tutte le GT di Maranello erano “rigorosamente” a motore anteriore.
E così la 250 LM fu costretta a gareggiare tra i Prototipi.
La cosa fece molto arrabbiare Enzo Ferrari che per protesta, sentendosi (a torto) non protetto dalle istituzioni sportive italiane (CSAI), restituì la licenza di Costruttore.
La Ferrari perciò si presentò al via degli ultimi due Gran Premi di formula 1 del 1964, Watkins Glen (USA) e Città del Messico, con i colori bianco-blu del Team americano NART.
In seguito la CSAI, per non inimicarsi il Drake, prese una decisione salomonica, come si può apprendere dal ritaglio del settimanale Auto Italiana qui riprodotto.
La carriera agonistica della Ferrari 250 LM fu perciò influenzata dalla mancata omologazione tra le Gran Turismo essendo costretta a gareggiare nella classe Prototipi oltre 3 litri; solo una vettura del team NART che montava il propulsore da 3 litri (telaio n. 5149) fu inserita tra i Prototipi entro 3 litri.
Nonostante ciò ottenne due prestigiose doppiette alla 12 Ore di Reims del 1964 e alla già citata 24 ore di Le Mans del 1965.
Il debutto nelle competizioni era avvenuto il 15 febbraio del 1964 quando una berlinetta della NART, guidata dal messicano Pedro Rodríguez, non riuscì a terminare la 250 Miglia di Daytona.
Risale invece alla 12 Ore di Sebring del 21 marzo l’esordio nel Mondiale Sport/Prototipi dove la vettura guidata dall’equipaggio americano Tom O’Brien/Charlie Kolb/Ronald Hutchinson fu costretta al ritiro per via di un principio d’incendio.
La prima vittoria importante per la Ferrari 250 LM arriverà il 5 luglio 1964 alla 12 Ore di Reims con l’inglese Graham Hill e lo svedese Jo Bonnier seguiti dalla coppia Surtees/Bandini.
In agosto Ludovico Scarfiotti trionfò in Svizzera nella gara in salita Crans-Montana (foto a fianco) mentre a Settembre ci fu la tripletta alla Coppa Inter-Europa con Vaccarella primo, secondo Roy Salvadori, terzo Piper.
Nel 1965 registriamo un’altra doppietta alla 500 km di Spa vinta dal belga Willy Mairesse davanti a David Piper. Nel mese di giugno arriva la tripletta alla 500 km del Mugello, primi Mario Casoni e Antonio Nicodemi, secondi Maurizio Grana e Cesare Toppetti e terzi Oddone Sigala e Luigi Taramazzo, e la già ricordata 24 ore di Le Mans.
Nel 1966 quattro Ferrari 250 LM partecipano alla 24 Ore di Le Mans ma nessuna arriva alla fine; la LM dovette accontentarsi della 1000 km di Parigi vinta dalla coppia Piper/Parkes.
La berlinetta di Maranello continuerà a partecipare, spesso vittoriosamente, a gare minori fino agli anni ’70. Ricordiamo l’apparizione, forse l’ultima, alla 24 ore di Le Mans del 1974 con l’equipaggio formato dagli ecuadoriani Pascal Michelet, Francisco Madera e Louis Larrea e dallo spagnolo Francisco Perez; per la cronaca la vettura fu costretta al ritiro (foto a fianco).
Oggi la 250 LM è una delle Ferrari più quotate tra i collezionisti.
La Berlinetta Speciale di Pininfarina
Nel 1965 la carrozzeria Pininfarina presentò al Salone di Ginevra una versione in esemplare unico denominata “250 LM Berlinetta Speciale” che si differenziava per l’ampio lunotto in plexiglas diverso da quello incassato, per le prese d’aria sui passaruote posteriori coperte da una griglia e dall’aggiunta di piccoli rostri in funzione di paraurti. Inoltre due sezioni del tettuccio erano state rese ribaltabili per agevolare l’accesso all’abitacolo. La vettura adottava la livrea bianca con striscia centrale blu del team NART.
Un lunotto di foggia molto simile era già stato provato dalla Ferrari nel corso dei test di Aprile in preparazione della Le Mans del 1964 e verrà ripreso anche su una P2 berlinetta nel 1965.