Questa mia convinzione dipende dal fatto che se da una parte l’introduzione della Virtual Safety Car tende a congelare le posizioni dall’altra, consentendo il cambio dei pneumatici, si presta a strategie che possono modificare radicalmente l’andamento della gara.
Quando viene attuata la SVC i piloti girano in pista ad una velocità molto più bassa della media di gara mentre i tempi del pit stop rimangono gli stessi quindi il tempo perso nella fase di cambio gomme è relativamente basso.
Ed è quanto avvenuto nel recente Gran Premio d’Australia quando Vettel, approfittando del regime di VSC e non avendo ancora effettuato in suo pit stop, è rientrato prontamente ai box, ha furbescamento accelerato nella corsia d’ingresso (altra concessione incomprensibile) e così, approfittando della ridotta velocità degli avversari, ha potuto effettuare il sorpasso vincente.
Bravi quelli del muretto a richiamarlo e a farsi trovare pronti per il cambio gomme, bravo il tedesco ad interpretare al meglio tutti i vantaggi che la situazione gli ha offerto.
Ma rimarrà sempre il dubbio se avrebbe mai potuto vincere il Gran Premio in condizioni normali o se non sia tutto frutto di un colpo di fortuna determinato dal doppio errore dei meccanici Haas e dal fatto che Vettel non poteva certo aver programmato di effettuare il suo pit stop in una circostanza del genere.
Si potrebbe obiettare che se Hamilton e la sua Mercedes fossero stati più veloci avrebbero potuto effettuare il sorpasso in gara, ma sappiamo quanto sia difficile questa manovra con la esasperata aerodinamica adottata dalle moderne Formula 1, specie quando le prestazioni delle monoposto sono abbastanza simili.
Ricordiamo brevemente come è regolamentata la VSC.
La Direzione di Gara può decidere di adottare la Virtual Safety Car per neutralizzare la gara in caso di incidenti non particolarmente gravi o di ingombri sulla pista di facile rimozione. In tal caso il regolamento impone di mantenere le posizioni e di tenere una andatura limitata.
In caso di doppia bandiera gialla, la Direzione di Gara segnala l’entrata in regime di VSC tramite display luminosi in pista e lo comunica direttamente ai team. A questo punto i piloti devono rallentare in modo da rispettare un tempo minimo imposto per ciascuna settore della pista, fra una postazione e l’altra dei commissari (il cosiddetto Delta Time), e possono rientrare ai box solo per il pit-stop.
In linea di massima è un ottimo provvedimento ai fini della sicurezza, ma a mio parere ha qualche falla che porta a falsare l’andamento della gara.
Prima di tutto mi sembra di aver capito che i piloti non sono obbligati a rispettare i distacchi acquisiti, e già questo è un vantaggio per chi sta dietro ed è contemporaneamente un danno per chi fino a quel momento ha saputo guadagnarsi posizioni di vertice, magari accumulando anche con un cospicuo vantaggio. E poi, come abbiamo già detto, c’è il vantaggio per chi può effettuare il pit stop in regime di VSC.
E allora come migliorare la regola?
A mio parere andrebbe vietato il cambio gomme in regime di VSC o quantomeno andrebbe imposto l’obbligo di mantenere una bassa velocità anche nelle corsie di ingresso e di uscita.
Inoltre obbligherei i piloti non solo a mantenere una velocità ridotta, ma anche i distacchi invariati; per far rispettare questa norma potrebbe essere sufficiente l’uso di qualche sensore.
Così come è strutturata la norma in Australia è stata favorita la Ferrari di Vettel; se domani dovesse accadere a qualche avversario come titolerebbero i media italiani?