Di recente vi abbiamo parlato QUI della prima vittoria di una monoposto di Formula 1 a motore posteriore.
Quando, tra la fine degli anni ’50 ed i primissimi anni ’60, incominciarono ad affermarsi le prime monoposto, in particolare inglesi, con il motore posteriore, a chi gli chiedeva perché non adottasse anche lui questa soluzione tecnica Enzo Ferrari, che spesso manifestava spirito innovativo ma a volte si impuntava su certe sue convinzioni, amava rispondere che: “non si è mai visto un carro con i buoi per spingere messi dietro”.
In realtà era solo un modo per osteggiare questa soluzione tecnica innovativa perché in effetti anche con il motore anteriore la trazione era comunque posteriore, quindi di fatto anche le vecchie auto da competizione erano “spinte” e non “tirate”. La disposizione del motore al retrotreno era solo una problema di distribuzione dei pesi.
Poi l’ing. Chiti riuscì a convincerlo e nel 1960 arrivò la 246 da Formula 1 (foto in copertina) e seguita dalla 246SP (Sport prototipo).
Appena un anno dopo, nel 1961, la Ferrari conquista il titolo mondiale di Formula 1 con Phil Hill ed il Campionato Mondiale Marche per macchine Sport; erano entrambe a motore posteriore.