Ferrari 256 F1
Constatata la superiorità tecnica delle monoposto a motore posteriore che, dopo qualche sporadica vittoria nel 1958 si imposero di prepotenza nel 1959, la Ferrari affrontò il Campionato del 1960 come un periodo di transizione dedicandosi ai progetti futuri e lasciando di fatto campo libero alle agili e leggere Cooper e Lotus motorizzate con il Coventry-Climax.
E difatti ricordiamo l’esordio al Gran Premio di Monaco del 1960 della prima Ferrari di Formula 1 a motore posteriore, la 246P (qui trovate la storia di questa monoposto), affidata alla guida di Richie Ginther.
Quell’anno la Ferrari si aggiudicò con la 256 (foto di copertina) il solo Gran Premio d’Italia, agevolata peraltro dall’astensione dei costruttori inglesi che contestarono la decisione degli organizzatori di includere nel tracciato di gara anche le curve soprelevate dell’anello ad alta velocità, decisione presa senza ombra di dubbio per favorire la superiorità motoristica della Ferrari.
Sarà quella l’ultima vittoria di una monoposto di Formula 1 a motore anteriore.
In assenza degli inglesi la Ferrari ottenne un risultato prestigioso occupando i primi tre gradini del podio con Phil Hill, Richie Ginther e Willy Mairesse.
Fu anche la prima vittoria per un pilota americano in un Gran Premio di Formula Uno.
Altro primato singolare di quella gara fu il fatto che nessuno dei piloti al via aveva ottenuto in precedenza una vittoria in Formula 1.
La monoposto di Maranello era spinta da un propulsore della famiglia Dino, quindi un 6 cilindri a V di 65°, da 2474cc in grado di sprigionare 290 CV a 8.600 giri/min.
Ferrari 330 TR
La Ferrari 330 TR, nota anche con le sigle non ufficiali 330 TRI/LM e 330 TRI, è una vettura Sport/Prototipo prodotta in un unico esemplare nel 1962.
A questa vettura spetta l’onore dell’ultima prestigiosa vittoria di una Ferrari a motore anteriore: infatti l’equipaggio Hill/Gendebien la portò alla vittoria della 24 ore di Le Mans del 1962, gara per la quale era stata appositamente allestita. La vettura fu poi ceduta alla NART di Chinetti; la scuderia americana ottenne alcune vittorie ed infine la schierò alla 24 ore del 1963 dove però fu costretta al ritiro per incidente.
La vettura, che ereditava il telaio modificato della prestigiosa TestaRossa, era mossa da un propulsore 12 cilindri a V di 60°. L’alesaggio e la corsa erano rispettivamente di 77mm e 71mm, che portavano la cilindrata totale a 3967,44cc. La potenza massima era di 390 CV a 7500 giri/min.
La distribuzione era monoalbero e l’alimentazione avveniva tramite sei carburatori Weber doppio corpo.
La sigla derivava dalla cilindrata unitaria (330 x 12 = 4000) affiancata dall’acronimo TR (TestaRossa) a testimonianza delle origini del telaio.
Ferrari 365 GTB/4 Daytona
La Ferrari 365 GTB/4 è stata prodotta dal 1968 al 1974; venne soprannominata Daytona In onore della trionfale vittoria -tre vetture in parata ai primi tre posti- ottenuta nel 1967 sul circuito americano in casa dell’acerrimo avversario, la FORD, che l’anno precedente aveva battuto la Ferrari a Le Mans.
La nuova GT di Maranello, presentata al Salone dell’Automobile di Parigi del 1968, sostituiva la 275 GTB/4 .
Rispetto al modello precedente la meccanica cambiava solo in dettaglio: il motore era il classico V12 Ferrari portato a 4390,3; alimentato da 6 carburatori doppio corpo erogava 352 CV che spingevano la Daytona a raggiungere i 280 Km/h
La Daytona è stata l’ultima vettura di Maranello prodotta prima dell’avvento del “Gruppo Fiat” e realizzata con il motore anteriore.
Sarà poi rimpiazzata dalla 365 GT4 BB (Berlinetta Boxer) a motore posteriore; passeranno oltre 20 anni per rivedere una Ferrari con un propulsore 12 cilindri montato all’avantreno: la 550 Maranello.
Tra il 1971 ed il 1973 furono allestiti 15 esemplari destinati a competere nella categoria Gran Turismo, denominati 365 GTB/4 Daytona Competizione.
La Daytona “Competizione” ottenne la vittoria di classe nelle edizioni 1972, 1973 e 1974 della 24 ore di Le Mans. Fu proprio questa l’ultima vittoria di prestigio di una Ferrari Gran Turismo a motore anteriore.