Nel 1961, alla consueta conferenza stampa di inizio anno, Enzo Ferrari sorprende i giornalisti presenti presentando la 246SP, la prima Ferrari della categoria Sport/Prototipi con il motore in posizione posteriore/centrale.
Il progetto è dell’ing. Chiti -tenace sostenitore di questo layout- che per la realizzazione della carrozzeria ha fatto ampio ricorso alla galleria del vento.
Il motore, un 6 cilindri a V di 65°, apparteneva alla famiglia “Dino” la cui denominazione derivava dal nome del figlio di Ferrari, Dino, a cui era attribuita l’idea di questa configurazione.
Le caratteristiche principali del propulsore erano: alesaggio x corsa 85 x 71mm per una cilindrata totale pari a 2417,33cc; distribuzione bialbero a 2 valvole; alimentazione con 3 carburatori Weber 42 DCN; potenza di 270 CV a 8000 giri/min per una potenza specifica di 112 CV/litro.
Il nome del modello indicava esplicitamente le caratteristiche del motore, infatti la sigla richiamava la cilindrata, 2,4 litri circa, ed il numero dei cilindri, sei.
L’adozione del compatto motore “Dino” fu decisa a causa delle le sue dimensioni più contenute rispetto al classico 12 cilindri di Maranello, caratteristica che lo rendevano adatto ad essere posizionato nella sezione posteriore della vettura; in seguito furono adottati anche motori a 8 cilindri ritenendo che il classico ed amatissimo V12 fosse troppo ingombrante per questa soluzione tecnica. Poi nel 1963, con la 250P, cadde anche questo tabù.
La prima e più importante vittoria della 246SP giunse nello stesso anno, il 30 aprile, quando la coppia VonTrips/Gendebien si aggiudicò la 45esima edizione della prestigiosa Targa Florio -gara valida quale seconda prova del Campionato Mondiale Marche Vetture Sport- coprendo i 720 chilometri (10 giri x 72 Km) del Piccolo Circuito delle Madonie in 6h57’39”, stabilendo la nuova media record a 103,434 Km/h.
Quell’anno la Ferrari, che in qualche occasione schiererà ancora la gloriosa 250 TestaRossa, conquisterà il Mondiale Marche.