Gli appassionati sostenitori del glorioso marchio del biscione avranno esultato all’annuncio del ritorno dell’Alfa Romeo in Formula 1 nel 2018.
L’Alfa Romeo tornerà, dopo 32 anni, a gareggiare nel Campionato del Mondo in partnership con la Sauber; sulla livrea delle monoposto torneranno a campeggiare il Biscione Visconteo ed il mitico Quadrifoglio Verde. Il team avrà la denominazione di “Alfa Romeo Sauber F1”.
L’accordo con la scuderia svizzera prevede la fornitura delle power unit Ferrari.
«L’accordo – spiega Marchionne in una nota– è un passo significativo nella ricostruzione del brand che tornando restituisce al campionato uno dei marchi che hanno fatto la storia di questo sport. Il brand potrà beneficiare dello scambio tecnico e strategico con un partner di esperienza indiscussa come Sauber e gli ingegneri e i tecnici dell’Alfa Romeo, che hanno già dato prova delle loro capacità con la progettazione dei nuovi modelli Giulia e Stelvio, potranno ulteriormente ampliare la loro esperienza portando alla Sauber competenze tecniche di assoluta avanguardia. E tutti gli appassionati di Alfa Romeo potranno di nuovo tifare per un costruttore di automobili che è determinato a scrivere un nuovo capitolo della sua unica e leggendaria storia sportiva».
Dunque un’operazione che va oltre la semplice sponsorhip e fornitura delle power unit: si tratterebbe di una cooperazione tecnologica attraverso la condivisione di ingegneri e tecnici specializzati.
Ma, diciamoci la verità, almeno per il momento è sostanzialmente un’operazione di marketing tesa a dare visibilità al marchio e a rafforzarne l’immagine sportiva.
E forse ritornerà utile alla consorella Ferrari per dare sfogo al vivaio di giovani piloti provenienti dall’Academy del Cavallino.
E’ comunque corretto parlare di ritorno perché l’Alfa vanta una gloriosa tradizione nelle corse: negli anni ‘30 Nuvolari e Varzi gareggiarono con le vetture milanesi, lo stesso Enzo Ferrari disputò alcune gare. Nel dopoguerra la casa milanese conquistò il primo Mondiale di F1 nel 1950 con Nino Farina, bissando l’anno successivo con Fangio per poi ritirasi alla fine dell’anno.
La casa milanese farà poi delle sporadiche apparizioni dal 1961 al 1979 come fornitore di motori seguite da una nuova parentesi come costruttore fino all’ultima apparizione nel 1985 per poi concludere, fino ad oggi, la sua avventura in Formula 1 con un secondo periodo di fornitura di motori tra il 1983 ed il 1988.
E’ perciò giusto affermare che i trascorsi dell’Alfa Romeo in Formula 1 (senza dimenticare i successi nelle categorie Turismo, Gran Turismo e Sport/Prototipi) e nei Gran Prix più in generale sono tutt’altro che trascurabili.
Infatti il primo titolo di rango internazionale dell’Alfa risale ad oltre 90 anni fa.
Il 6 settembre 1925, nel leggendario Autodromo Nazionale di Monza, l’Alfa Romeo conquistava il suo primo titolo Mondiali.
Quel giorno si disputava il “Gran Premio d’Italia” che avrebbe decretato il vincitore del “Campionato del Mondo Automobilistico”.
L’alfa Romeo trionfò con la P2, prima vettura Alfa Romeo da competizione progettata da Vittorio Jano , con Gastone Brilli-Peri al volante che coprì gli 800 chilometri della gara in 5 ore, 14 minuti e 33 secondi alla media di oltre 152 km/h.
Delle 15 vetture in gara, solo otto tagliarono il traguardo dopo 80 giri della pista lunga 10 km. Al secondo posto , con un distacco di soli 3 secondi, si piazzò l’Alfa Romeo P2 del compagno di squadra Giuseppe Campari. Quel giorno nasceva la leggenda sportiva dell’Alfa Romeo.
Monza sarà poi teatro di altre numerose e prestigiose vittorie dell’Alfa Romeo; oltre al già citato trionfo di Brilli-Peri , ricordiamo le affermazioni della P2 con Antonio Ascari nel 1922 e quella della 8C 2300 nel 1931 con Tazio Nuvolari e Giuseppe Campari. Nuvolari vince il “Gran Premio d’Italia” anche l’anno successivo con la Tipo B P3 mentre Luigi Fagioli replica il successo con la P3 nel 1933.
Nel dopoguerra trionferanno a Monza Giuseppe “Nino” Farina su Alfetta 158 (3 settembre 1950), Andrea de Adamich e Alessandro Arcioni su Giulia TI Super (19 marzo 1965), Andrea de Adamich e Teodoro Zeccoli su Giulia GTA (20 marzo 1966) e Arturo Merzario e Jacques Laffite su 33 TT 12 (20 aprile 1975).