Maranello, 12 Marzo 1947.
E’ un mercoledì pomeriggio come tanti quando, intorno alle quattro del pomeriggio, si vede una strana automobile uscire dai cancelli di una fabbrica situata in Via Abetone Inferiore. Manca la carrozzeria perciò è possibile notare che il motore è un possente 12 cilindri a V di 60°. Al volante c’è un uomo vicino alla cinquantina, robusto, in camicia e cravatta. I contadini della zona lo chiamano “il matto”, in quanto dopo aver gestito per una decina di anni l’attività sportiva dell’Alfa Romeo e dopo aver fondato a Modena l’Auto Avio Costruzioni (decentrata poi a Maranello durante la guerra per sottrarla ai bombardamenti) non ha esitato a investire un’ ingente quantità di denaro per costruire una macchina da corsa che portasse il suo nome. Quell’uomo è Enzo Ferrari.
In seguito si saprà che quell’auto, motorizzata da un 1500cc che eroga circa 90CV, è stata progettata, sulla base di un’idea dello stesso Ferrari, da Gioacchino Colombo con la collaborazione di Giuseppe Busso e Luigi Bazzi. E’ la Ferrari numero 1, la 125S.
(Alcune fonti parlano di una fantomatica 125GT che sarebbe stata costruita prima della S già nel 1946; personalmente non sono riuscito a trovare alcuna informazione al riguardo, al contrario molte fonti concordano nel riconoscere la primogenitura alla 125S).
Per compiere quel primo test (oggi diremmo shakedown) Ferrari, uscito dal cancello, girò a destra per percorrere la strada che da Maranello conduceva a Formigine, paesino della campagna modenese.
In quel momento nessuno poteva immaginare che quel giorno si stava scrivendo la prima pagina di una storia che avrebbe entusiasmato ed inorgoglito l’Italia, un Paese che stava appena cominciando a risollevarsi dalle ferite inferte dalla seconda guerra mondiale.
Iniziava infatti quel giorno la lunga storia del Cavallino Rampante.
Furono costruiti due soli esemplari della 125.
Il primo esemplare, conosciuto come “Ala spessa“, era una barchetta a ruote coperte realizzata dal carrozziere modenese Giuseppe Peiretti.
Il secondo esemplare, denominato “125 S Competizione“, aveva una carrozzeria biposto “a sigaro” a ruote scoperte con parafanghi di tipo motociclisticodisegnata dal tecnico Giuseppe Busso e aveva lo stesso motore della barchetta però potenziato da 90 a 120 CV.
I collaudi della Ferrari 125 furono affidati a Franco Cortese che risulta così il primo pilota della storia della Ferrari.
La vettura, come si addiceva ad una auto da competizione dell’epoca, aveva interni spartani ed era dotata di una sola portiera dal lato del passeggero perciò il pilota doveva letteralmente saltare all’interno dell’abitacolo, facilitato nell’operazione dalla carrozzeria ribassata dal lato guida.
La Ferrari 125 fu l’ultima macchina della Scuderia Ferrari verniciata nel classico colore “rosso corsa Alfa Romeo“; le successive adotteranno il “rosso corsa FIAT” che in seguito sarà noto al grande pubblico come “rosso Ferrari”.
Circa due mesi dopo quel primo shakedown, l’11 Maggio 1947, la Ferrari debuttava sul circuito di Piacenza; la 125C fu affidata a Nino Farina mentre la 125S andava a Sandro Cortese.
L’esordio non fu particolarmente positivo, con Farina che danneggiò in prova la propria macchina e Cortese che purtroppo subì un’avaria alla pompa del carburante che lo costrinse al ritiro quando era in testa alla gara a soli tre giri dal termine.
Un risultato negativo, quello di Piacenza, che non scoraggiò minimamente Enzo Ferrari, il quale lo definirà, con una delle sue solite frasi ad effetto “Un insuccesso promettente”.
Infatti a distanza di due settimane la Ferrari ottenne la sua prima vittoria assoluta: il 25 Maggio 1947 Cortese si aggiudicherà il Gran Premio di Roma disputato sul circuito delle Terme di Caracalla.
Nel suo anno di esordio la 125 S gareggiò soltanto sul suolo italiano vincendo 6 gare su 13 e andando due volte a podio.
Uno dei piloti che la guidò, oltre ai citati Cortese e Farina, fu il grande Tazio Nuvolari che il 13 luglio 1947 trionfò sul circuito di Parma con Cortese alle sue spalle in quella che fu la prima doppietta Ferrari della storia.
Sue avversarie furono vetture dai marchi prestigiosi quali Alfa Romeo, Fiat, Maserati e BMW.
Le due vetture vennero poi smantellate per riutilizzarne i componenti per allestire le successive evoluzioni: la 159, la 166 e la 125 F1 sovralimentata.
Nel 1987, in occasione dei 40 anni dalla fondazione della Ferrari, la Michelotto Automobili fu incaricata di realizzare una replica della vettura “Ala spessa” sulla base dei disegni e delle foto dell’epoca, dotandola di un motore originale rimasto nel magazzino Ferrari.