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Il 10 gennaio 1971 ci lasciava Ignazio Giunti
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Il 10 gennaio 1971 ci lasciava Ignazio Giunti

Gennaio 5th, 2018 Fabio Avossa Piloti, storie e glorie

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Ignazio Giunti (Roma, 30 agosto 1941) moriva il 10 gennaio del 1971 in un tragico quanto stupido incidente.

Il pilota romano è stato pilota ufficiale Alfa Romeo/Autodelta e Ferrari, con la quale gareggiò sia con i prototipi che con le monoposto di Formula 1. Il debutto in Formula1 con la Ferrari 312B avvenne nel 1970 sul difficile circuito di Spa-Francorchamps dove finì ad un promettente quarto posto, primo piazzamento a punti per la vettura dotata del nuovo motore V12 “piatto”. Quello stesso anno corse altre 3 gare alternandosi con Clay Regazzoni.

L’incidente.

Il 10 gennaio del 1971, sul circuito di Buenos Aires, si disputava la 1000 Km valida come prova del Mondiale Marche.

Nel corso della gara Jean-Pierre Beltoise, su Matra, esaurì il carburante in prossimità dell’ultimo tornante prima del rettilineo principale; decise, pertanto, di guadagnare la corsia dei box spingendo a mano l’auto. Arrivato in prossimità dell’ultima curva a sinistra, il pilota francese decise di correggere la traiettoria dell’auto,  che stava derivando troppo verso il centro della pista, spostandosi a fianco di essa per poter azionare lo sterzo. In quel preciso istante giungevano Parkes e Giunti.

Giunti, che era in testa alla gara con la Ferrari 312, stava tallonando Mike Parkes su Ferrari 512, doppiato. Affrontando l’ultimo tornante prima del traguardo, la coppia si trovò in piena traiettoria la Matra; Parkes, che era davanti, si rese conto della situazione e riuscì ad evitare l’impatto ma non fu così per Giunti, che aveva la visuale coperta dalla grossa 512 di Parkes: la violenza dello scontro e il conseguente incendio della Ferrari non lasciarono scampo al pilota romano.

A Beltoise fu revocata la licenza per un mese.

Durante il weekend del SudAfrica 1971 si tenne la prima riunione della GPDA presieduta da Jo Bonnier per discutere dell’incidente di Buenos Aires. Alla fine i piloti suddivisero la responsabilità della tragedia tra Beltoise (per il comportamento assurdo e contrario al regolamento), i commissari di percorso (per non aver impedito a Beltoise di spingere la macchina) e Giunti (per non aver rallentato con le bandiere gialle agitate).

Ad Ignazio Giunti è intitolato l’ISSAM di Modena, Istituto Superiore di Scienza dell’Automobile, ente di specializzazione post-diploma con sede a Modena. Un busto commemorativo è posto all’Autodromo di Vallelunga, la sua pista di casa.

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Fabio Avossa

Napoletano, perito metalmeccanico, pensionato, vive a Napoli. Appassionato di motori a 2 e 4 ruote in tutti i risvolti ma con particolare interesse per la storia delle corse. Motociclista da circa 60 anni, tifa Ducati e Ferrari (made in Italy), oggi sul suo profilo Facebook si diletta a parlare di moto e auto con particolare attenzione alle vicende del Motomondiale e della Superbike.

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