Il titolo di Campione del Mondo 2013 della Moto3 è stato conteso fino all’ultima gara fra 3 piloti (Vinales, Rins e Salom). Come sappiamo il titolo è andato a Vinales.
L’unico precedente analogo risale al 1969 quando a disputarsi il titolo della 250 furono Kel Carruthers, che si laureerà Campione, Kent Andersson e Santiago Herrero.
Qualche curiosità caratterizza questi due eventi che in un caso sono accomunati mentre in un altro caso sono totalmente differenziati tra loro.
– in entrambe le occasioni si tratta di moto da 250cc, anche se appartenenti a categorie diverse;
– i piloti 2013 sono tutti spagnoli e le loro moto sono tutte dello stesso costruttore (KTM) e tutte monocilindriche (per regolamento);
– al contrario nel 1969 i piloti erano di nazionalità diverse ed erano in sella a moto di tre diversi costruttori di nazionalità diverse e dalle diverse caratteristiche tecniche: Kel Carruthers, australiano, era in sella alla Benelli 4 cilindri 4 tempi, Kent Andersson, svedese, portava in gara una Yamaha TD2 con propulsore bicilindrico a 2 tempi ed infine lo spagnolo Santiago Herrero si batteva con la spagnola Ossa monocilindrica 2 tempi caratterizzata dal telaio in scatolato di alluminio che si differenziava dal diffusissimo, all’epoca, schema di telaio a doppia culla in tubi. Questa diversità di configurazioni tecniche era “favorita” dai regolamenti dell’epoca che consentivano alle case la massima libertà; si pensi che la Benelli aveva già in fase di sviluppo per l’anno successivo un motore 250cc ad 8 (otto!) cilindri che però non scese mai in gara a causa delle sopravvenute limitazioni tecniche.
Di seguito un breve riassunto di quella stagione.
Come abbiamo già accennato in apertura il titolo andò a Kel Carruthers su Benelli per quanto questi avesse iniziato il campionato senza ottenere risultati nelle prime tre prove, e questo titolo fu l’ultimo per una quadriclindrica a quattro tempi in questa categoria. Carruthers aveva iniziato il campionato in sella ad una Aermacchi ma poi fu chiamato dalla Benelli a sostituire l’infortunato Pasolini. La Benelli era infatti partita con grandi speranze che però si indebolirono presto a causa di due cadute di Pasolini, la prima all’esordio iridato di Jarama e poi ad Hockenheim, con il conseguente forfait del riminese. Dopo gli scarsi risultati di Le Mans con Walter Villa (ritirato) e Eugenio Lazzarini (settimo) chiamati a sostituire Pasolini, per il Tourist Trophy la Benelli ingaggiò Phil Read e, appunto, Carruthers. La coppia dei piloti Benelli dominò la corsa, ma mentre l’inglese fu costretto al ritiro all’ultimo giro per problemi al cambio, l’australiano trionfò riaprendo la classifica generale e riportando alla Benelli il “Mercurio alato” dopo 19 anni (vittoria di Dario Ambrosini).
Carruthers si aggiudicò anche i Gran Premi dell’Ulster e di Cecoslovacchia.
In classifica generale alle spalle del pilota australiano finirono Kent Andersson su Yamaha e Santiago Herrero su OSSA. Andersson in effetti aveva ottenuto un punteggio maggiore rispetto al vincitore (108 contro 103), ma la regola degli scarti lo relegò al secondo posto. Le vittorie nelle 12 gare in programma furono equamente divise tra vari piloti che si contesero il titolo: l’iridato Carruthers ne ottenne 3, al pari di Herrero e di Renzo Pasolini (arrivato quarto in classifica); due vittorie furono di Andersson; l’ultima andò a Phil Read, su Yamaha.
Andersson avrà modo di rifarsi con i titoli di Campione del Mondo della classe 125 nel 1973 e nel 1974 invece Santiago Herrero al Tourist Trophy del 1970, dopo essere caduto una prima volta al 3º giro, ripartì, ma dopo due giri cadde di nuovo colpendo il pilota Stan Woods e riportando gravi ferite; portato all’ospedale di Douglas morirà 2 giorni dopo, il 10 giugno 1970.