Tra il 1962 ed il 1968 esplose il fenomeno della classe 50 del Motomondiale (conosciute anche come le “ventesimo di litro”) enfatizzato dalla sfida tra i due colossi giapponesi Honda e Suzuki che riversarono in questa classe il meglio delle loro tecnologie che rappresentavano lo stato dell’arte nel campo dei motori a 4 e a 2 tempi.
Il clamore scatenato da questa sfida di livello mondiale tra microbolidi indusse nei vertici della Federazione Motociclistica Italiana il fondato timore che le elevate prestazioni di queste motociclettine di soli 50cc potessero attirare l’attenzione degli organi governativi italiani ed indurli all’introduzione della targa e della assicurazione obbligatoria per i ciclomotori; pertanto alla fine del 1965 la FMI abolì le competizioni nazionali dedicate alla classe 50 sostituendole con la insolita classe 60 ed istituendo, a partire dal 1967, il “Trofeo Cadetti” dedicato a questa nuova classe.
Il Regolamento Tecnico prevedeva una cilindrata compresa tra i 50 ed i 60 cc; cambio a 4 marce; carburatore da 17mm per i 2 tempi e da 15mm per i 4 tempi per i quali era vietata la distribuzione ad albero a camme in testa. Il peso minimo imposto era di 50 Kg per le moto carenate e di 45 Kg per le nude. L’imposizione del peso minimo era una misura di sicurezza per contrastare la moda del tempo di forare tutto il possibile allo scopo di alleggerire la moto; si pensi che Provini forava anche i tacchi degli stivali.
Il Regolamento Sportivo consentiva la partecipazione ai soli piloti esordienti di età compresa tra i 16 ed i 21 anni.
In questa classe si distinsero particolarmente le moto a 2 tempi.
La Mondial schierò una moto curata di fratelli Villa; Guazzoni e Malanca presentarono moto con distribuzione a disco rotante; la Minarelli debuttò con l’alimentazione tradizionale per passare al lamellare; ottime prestazioni fornirono anche la Italjet e la Benelli trasformata in disco rotante da Morbidelli; non sfigurarono neanche la Muller a lamelle e la Itom.
Nelle foto in basso vediamo, nell’ordine: Mondial, Guazzoni, Minarelli, Italjet, Muller, Itom.
I 4 tempi invece furono inizialmente mortificati nelle prestazioni dal carburatore da 15 e dalla distribuzione ad aste e bilancieri; con questa soluzione tecnica parteciparono la Laverda con le sue gloriose 75 ridotte di cilindrata e la Motom. Poi nel 1968 il regolamento tecnico aprì ai cambi a 6 marce, alle distribuzioni ad albero a camme in testa e ai carburatori a diametro libero. Questo provvedimento aprì la strada alle Demm bialbero e alla Benelli 60 bialbero che la casa pesarese aveva approntato come prototipo per lo sviluppo della Benelli 250 4 cilindri; entrambe non furono mai viste sui circuiti di gara, solo la Benelli ha gareggiato 2 volte in gare in salita con Lazzarini.
Nelle foto in basso vediamo, nell’ordine: Laverda, Demm, Benelli.
Le potenze sviluppate da questi microbolidi arrivò a circa 13 CV nel 1969 per una velocità massima di circa 160 Km/h con carenatura.
Come tutte le categorie inferiori anche questa fornì al motociclismo alcuni nomi illustri come Otello Buscherini, Mario Lega, Claudio Lusuardi e Pier Paolo Bianchi.
Per il 1966 le gare furono limitate ai circuiti a titolo sperimentale mentre dal 1967 fino al 1969 fu istituito il Trofeo Nazionale Cadetti e furono disputate anche le gare in salita.
Il 3 aprile del 1966, a Riccione, si allinearono sulla griglia di partenza solamente sei piloti. Erano presenti cinque diverse case motociclistiche: Guazzoni, Benelli, Mondial, Laverda e la Italjet, unica presente con 2 esemplari. In seguito solo Guazzoni ed Italjet, cui si aggiungerà la Minarelli, parteciperanno costantemente alle gare di questa particolare categoria. Il vincitore di questa prima gara fu Romano Ronci sulla Italjet motorizzata Minarelli. Seguirono poi le gare di Imola, Monza, Lecco e Camerino; anche se quell’anno la categoria Cadetti non laureò ufficialmente nessun campione si può a buona ragione dire che, in base ai risultati, il migliore fu Paolo Sottili (nella foto a sin.). Nel 1967 venne istituito ufficialmente il Trofeo Cadetti che si svolgerà su 5 gare (Modena, Teramo, Monza, camerino e Lecco). Sarà dominato dalle Minarelli ufficiali di Sottili e Buscherini. Nel 1968 il trofeo, disputato su sei prove (Cesenatico, Imola, Cervia-Milano Marittima, Teramo, Castiglione del Lago, Riccione) vide l’affermazione di Buscherini (nella foto a dx) su Malanca davanti alla Guazzoni di Gazzola.
Nell’inverno tra il 1968 e il 1969 il tema dell’obbligo di targa e assicurazione per i ciclomotori sembrò non essere più di attualità e pertanto la Federazione decise che dal 1970 si sarebbe tornati alla cilindrata canonica di 50 cc. decretando così la fine del Trofeo Cadetti 60.
Ma, per evitare una prematura alienazione delle moto ancora in circolazione, si decise di disputare per un altro anno il Trofeo. Il 1969 sarà dunque l’ultimo anno di questa anomala cilindrata; il trofeo, disputato su 4 gare (Vallelunga, Modena, Monza e Roseto degli Abruzzi) sarà conquistato da una promessa inespressa: Erasmo Di Giacinto.
Qualche piccola nota a margine:
- all’epoca una delle 60 più competitive, la Guazzoni, costava circa 300.000 lire;
- nel 1994 i ciclomotori saranno sottoposti all’obbligo di targa ed assicurazione.