Spesso, e specialmente nel trionfale 2007, le vittorie della Ducati sono state attribuite alla superiore velocità massima, sostenendo che tale performance scaturisce essenzialmente da una superiorità motoristica dovuta prevalentemente alla esclusiva caratteristica della distribuzione desmodromica.
Nel 2007 la superiorità della Ducati si dimostrò tale che in molti insinuarono su qualche irregolarità della GP7.
Ma il mio personale pensiero è che la velocità massima nelle competizioni motoristiche non è tutto e voglio perciò fare alcune riflessioni sull’argomento partendo dal concetto che la velocità massima di una moto rilevata in circuito non è quella che potenzialmente potrebbe raggiungere la stessa moto lanciata su un lungo rettilineo dove poter distendere completamente il rapporto più lungo.
Innanzitutto è bene precisare che per valutare le capacità velocistiche di una moto riveste fondamentale importanza il punto dove viene rilevata la velocità, se cioè tale punto è più o meno coincidente con l’ideale punto di staccata, dove cioè la moto potrebbe raggiungere la sua massima velocità; e comunque bastano caratteristiche diverse di erogazione o rapporti diversi perché due moto (anche a parità di motore) raggiungano la loro velocità massima in punti diversi.
Ma la realtà è che la velocità massima raggiungibile “in circuito” da una moto non è frutto della sola potenza ma anche della velocità di percorrenza della curva che precede il rettilineo, della erogazione e della trazione, ovvero della capacità in accelerazione.
Queste caratteristiche determinano una maggiore velocità in uscita e la possibilità di anticipare al massimo l’apertura del gas; tutto ciò consente di raggiungere “prima” la velocità massima e di conseguenza di percorrere tutto il rettilineo in un tempo minore, anche con una velocità massima inferiore.
E non dimentichiamo l’influenza della tendenza all’impennata, della efficienza aerodinamica e, naturalmente, della elettronica.
In sintesi anche una buona ciclistica e una buona elettronica partecipano al raggiungimento di una elevata velocità in rettilineo.
Ora, se noi ricordiamo che nel 2007 la Ducati aveva, oltre ad una indubbia superiorità di motore, pneumatici Bridgestone quasi in esclusiva ed una elettronica avanzata rispetto agli avversari possiamo capire perché era tanto più veloce delle avversarie da far pensare addirittura a qualche trucchetto illecito.
Infine una breve riflessione sui presunti “vantaggi” di una superiore velocità massima: nei circuiti moderni i rettilinei più lunghi, dove poter dare sfogo alla potenza della moto, in genere non superano il 20% dell’intero sviluppo del circuito (il resto sono tutte curve o rettilinei brevissimi) e perciò la sola velocità massima non potrà mai dare un vantaggio tale da rendere vincente una moto che non sia dotata di una buona ciclistica e di una elettronica efficiente.
Io la penso così.