Spesso vengono messe a confronto diverse generazioni di piloti e ci si chiede se un campione attuale sarebbe stato in grado di esprimersi ad alti livelli anche in epoche (e con moto) di epoche precedenti o, viceversa, se un campione dei tempi passati sarebbe stato all’altezza delle sofisticatissime MotoGP attuali.
Premesso che un confronto di questo genere è impossibile da realizzarsi, la verità è che in ogni epoca il Campione si è distinto per la sua capacità di sfruttare al limite tutto il potenziale che il costruttore gli ha messo a disposizione.
Per quanto riguarda la presunta facilità di guida delle moderne MotoGP, complice la sofisticata elettronica, la verità è che queste hanno portato sicuramente ad un certo livellamento delle prestazioni ma è pur vero che il pilota di talento riesce sempre ad emergere.
In definitiva la differenza tra vecchie e nuove generazioni è che prima i Campioni vincevano con ampi distacchi, spesso doppiando le seconde guide, mentre oggi la misera differenza di pochi decimi al giro è la discriminante tra la vittoria e la sconfitta.
E questo forse ci fa capire perché Marquez in prova cerca sempre di alzare l’asticella.