Non si verificava dal 1957, l’ultimo anno cerano ancora presenti Gilera, MotoGuzzi e MV Agusta, che 3 case italiane partecipassero contemporaneamente al Campionato Mondiale nella top class (o classe regina, come si usava dire allora) del Motomondiale.
La circostanza si verificò nel biennio 1981/82 con la partecipazione di CAGIVA, MORBIDELLI e SANVENERO con la fondamentale differenza che negli anni ’50 le case italiane dominavano la scena mentre negli anni ’80 ricoprivano un ruolo di secondo piano rispetto alle 4 sorelle giapponesi.
Le potenze, mai rese note come d’uso nel campo delle competizioni, oscillavano tra i 120 ed i 150 CV. Nel 1982 si ebbe la massima evoluzione di Morbidelli e Sanvenero che poi si ritireranno dalle competizioni, mentre la Cagiva proseguirà ottenendo anche qualche risultato lusinghiero. Ma in quel 1982 fu la Sanvenero a distinguersi sia perché, a differenza delle altre due, partecipò assiduamente al campionato sia perché ottenne una prestigiosa vittoria al GP di Francia, disputatosi sul circuito di Nogaro il 9 maggio, favorita dalla astensione dei piloti ufficiali per protesta contro la pericolosità e la inadeguatezza del circuito. La Sanvenero riportava così sul gradino più alto del podio una moto italiana interrompendo un digiuno che durava dal GP di Germania del 1976, quando a vincere era stato Agostini con la MV Agusta, e anticipando la storica vittoria di Eddie Lawson con la CAGIVA C592 al GP di Ungheria, il 12 luglio 1992. Una curiosità: nel 1982 il Team Manager della Sanvenero era Francois Battà che in seguito assumerà lo stesso ruolo in CAGIVA.
Di seguito le caratteristiche delle 3 moto.
CAGIVA 3C2 1982 – 4 cilindri in quadrato 2T dischi rotanti. Telaio doppia culla tubi quadri d’alluminio. Pilota il sudafricano Jon Ekerold (campione del mondo della classe 350 nel 1980 in sella alla BIMOTA YB3) che, con il 10° posto al GP di Germania, conquista il primo punto mondiale per la casa di Schiranna. I collaudi furono affidati a Boet Van Dulmen e Walter Villa.
MORBIDELLI 500 1982- 4 cilindri in quadrato 2T dischi rotanti con cilindri inclinati a 45°. Telaio monoscocca in lamiera d’alluminio con motore appeso. Pilota il romano Gianni Pelletier che la ottenne in gestione privata; nessun punto mondiale per la scarsa affidabilità della moto.
SANVENERO 500 1982 – 4 cilindri in quadrato 2T dischi rotanti. Telaio doppia culla tubi tondi in acciaio-molibdeno caratterizzato da due tubi di rinforzo laterali che corrono paralleli al terreno. Pilota lo svizzero Michel Frutschi, che ottenne l’unica storica vittoria al GP di Francia oltre qualche sporadico piazzamento a punti, e, solo per qualche gara, il francese Bertin.
Una decina di anni dopo, nel 1994, un’altra casa italiana si presentava alla ribalta della classe regina del Motomondiale: l’Aprilia, con una bicilindrica 2 tempi strettamente derivata dalla vittoriosa 250 che, nella mente del suo progettista, avrebbe potuto giocarsela con le potentissime 4 cilindri giapponesi affidandosi alle doti di agilità e peso ridotto, pur con una potenza inferiore.