Vorrei offrire lo spunto per una discussione che indubbiamente si tingerà di sfumature polemiche e che non si caratterizza per originalità ma che spero venga affrontato su questa pagina con serenità ed obiettività e senza offese personali.
Non riesco a comprendere la contrapposizione di fazioni che si suddividono tra sostenitori di un pilota e sostenitori di un marchio.
Nel pilota siamo affascinati da un talento che è destinato a manifestarsi in un periodo più o meno lungo ma comunque destinato ad esaurirsi per “cause naturali”.
In un marchio invece ritroviamo altri valori che si rifanno alle sue tradizioni storiche e tecniche, alle storie degli uomini (fondatori, dirigenti, progettisti, tecnici, meccanici, collaudatori, piloti ecc.) che hanno contribuito alla creazione di questa immagine e di questi valori. E la sua storia si perpetua nel tempo.
Sono in pratica due realtà totalmente differenti per dimensioni ed arco temporale. Perciò penso che si può essere appassionati di un marchio (Ducati, ovviamente!) e contemporaneamente ammirare un campione con tutte le sue debolezze umane che poco hanno a che fare con le sue prestazioni in pista, anche se gareggia per un’altra casa.
E’ possibile, mi chiedo, che in Italia non sia possibile essere sostenitori di un marchio glorioso come la DUCATI e nel contempo essere un ammiratore di un pilota come Rossi che si distingue per un palmarés di elevato livello e per una longevità agonistica di valore, forse, assoluto? Perchè deve esistere questa dicotomia?”
Capisco che certi apprezzamenti di Rossi ai tempi del Mondiale di Stoner ed i suoi due anni in Ducati non gli hanno certo attirato le simpatie dei ducatisti, ma in realtà questo dualismo esisteva anche in precedenza.
Diciamola tutta, Rossi non ha mai attirato le simpatie di una buona fetta di italiani.