In questo scorcio di fine estate si sono disputati due Gran Premi – in Belgio il 27 agosto ed in Italia il 3 settembre – sui due storici circuiti forse più veloci del mondiale di Formula1, rispettivamente Spa-Francorchamps e Monza; in entrambe le gare si è affermato Hamilton alla guida della dominatrice Mercedes.
Ma le similitudini tra le due gare finiscono qui perché se in Belgio abbiamo assistito alla solita gara monotona ma comunque caratterizzata da una battaglia di nervi tra Hamilton e Vettel che si sono contesi la vittoria senza commettere nessun errore fino alla fine quando Hamilton ha vinto con circa due secondi di vantaggio, nel GP italiano abbiamo assistito alla netta supremazia della casa tedesca che ha piazzato le sue monoposto sui primi due gradini del podio con Vettel buon terzo ma a circa 40 secondi di distanza.
E con questi due risultati purtroppo Hamilton, avviato a battere molti record, si è posizionato in testa alla classifica generale scavalcando Vettel.
Quel che più deprime i tifosi del Cavallino è il fatto che la Ferrari sia stata battuta sul piano della potenza pura laddove il mito Ferrari era nato e spesso si reggeva proprio sulla potenza dei suoi propulsori, mortificando così la leggenda della tradizione motoristica emiliana; nel “tempio della velocità” la superiorità delle W08 era scontata, ma la Ferrari ha rivelato anche una indiscutibile inferiorità aerodinamica perché la Mercedes ha potuto sopperire al basso carico delle appendici aerodinamiche con la deportanza creata dal corpo vettura.
In entrambi i Gran Premi si è distinto ancora una volta Daniel Ricciardo che in Belgio si è piazzato terzo mentre in Italia si è prodotto in una splendida rimonta che, partendo dalla sedicesima casella, lo ha portato al quarto posto minacciando molto da vicino il terzo posto di Vettel.
L’unica consolazione è che nei prossimi Gran Premi la Ferrari potrebbe ritrovare la competitività, a partire dal GP di Singapore del 17 settembre.