1957, alla fine di un’annata trionfale (dopo che i costruttori della “perfida Albione” -AJS, Norton e Velocette- si erano autoeliminati con il loro pervicace attaccamento al tradizionalismo tecnico che verteva principalmente sul monocilindrico) Gilera, Mondial e Moto Guzzi – precedute dalla Benelli che si era ritirata nel 1951 dopo la morte del suo portabandiera Dario Ambrosini- rilasciano congiuntamente un comunicato stampa, il famigerato “patto d’astensione”, con il quale annunciano la loro astensione dal Motomondiale lasciando campo libero alla MV Agusta che dominerà incontrastata per alcuni anni, fino all’avvento delle giapponesi.
In realtà anche la MV aveva sottoscritto il patto ma poi, non senza critiche, fece marcia indietro e, cercando di salvare la faccia, marcò i serbatoi dei propri bolidi con una anonima dicitura “Privat”.
Quella decisione improvvisa ed inaspettata lasciò appiedati molti piloti; la vittima più illustre fu il ternano Libero Liberati, neo campione del Mondo con la Gilera 500 4 cilindri.
Dopo qualche anno la Mondial tornerà godendo della collaborazione tecnica dei fratelli Villa mentre il marchio Gilera, dopo la gestione di una ormai poco competitiva 500/4 affidata alla scuderia Duke e un fallimentare tentativo di rientro nella classe 250 nel 1992, si rivedrà sulle carene di alcune Aprilia quando i due marchi saranno accorpati nel gruppo Piaggio. Anche la Guzzi rientrerà ufficiosamente, e in maniera discontinua, affidando una 500 mono al pilota Mandolini.
Questo il testo del comunicato stampa rilasciato il 26 settembre. << Le case Moto Guzzi, Gilera, Mondial, al termine di un’annata sportiva che ha visto riaffermato nel modo più convincente l’alto livello dell’industria motociclistica italiana, che ha conquistato ancora una volta i titoli di Campione del Mondo per le macchine e i piloti di quattro categorie, hanno preso in esame la situazione e le prospettive dell’attività sportiva constatando:
- che le vittorie conquistate, indiscutibilmente probanti per i risultati tecnici conseguiti, non hanno avuto all’estero termini di confronto per l’assenza delle industrie degli altri paesi, mentre in Italia tutte le competizioni si sono svolte in un clima di continue incertezze e difficoltà dovute a particolari orientamenti delle autorità e di talune sfere dell’opinione pubblica;
- che le prestazioni delle moto da corsa hanno raggiunto ormai livelli di rendimento tali da rendere perplessi di fronte al rischio per i corridori ed alea per i risultati che le case si propongono.
Le case suddette pertanto si sono trovate d’accordo nel proposito di astenersi a partire dal 1958 e fino ad eventuale altra decisione dal partecipare sia direttamente sia indirettamente alle corse, riservando il loro migliore interessamento ed appoggio alle manifestazioni che siano indette su formule non basate sulla velocità.
Il ritirarsi, dopo tanti anni di appassionato agonismo, che fu prodigo di successi e risonanze per l’industria italiana, se è motivo di vivo rammarico, corrisponde alla ferma volontà di assecondare per l’avvenire una più intensa propaganda per valorizzare i pregi di un impareggiabile mezzo di lavoro e di svago.
Tutto questo nel quadro di una circolazione più disciplinata e di fronte alla necessità di adottare orientamenti di produzione che consentano all’industria motociclistica italiana di primeggiare ancora in altre e non meno ardue competizioni: quelle imposte dal Mercato Comune Europeo. Le case rivolgono un pensiero riconoscente ai Campioni che sono caduti nel nome dello sport motociclistico e a tutti i piloti, i tecnici e le maestranze che hanno contribuito per decenni a dare all’Italia, attraverso una collana di Fulgide vittorie sulle piste di tutto il mondo, una indiscussa superiorità tecnica e sportiva.>>
1967 – la Honda annuncia il proprio ritiro adducendo come motivo la necessità di dedicare tutte le proprie risorse tecniche al mondo delle 4 ruote (di serie e di Formula1); in realtà è più probabile che i veri motivi siano la doppia sconfitta (1966/67) subita nella classe 500 ad opera della MV Agusta e la decisione della Federazione Internazionale di limitare a 4 il numero massimo dei cilindri per le classi 350 e 500. Ritornerà nel Motomondiale solo nel 1979 con la 500NR a pistoni ovali. Un anno dopo anche Suzuki e Yamaha si ritireranno momentaneamente dalle competizioni mondiali.
1975 – Alla fine del Campionato che ha laureato Agostini per la 15esima ed ultima volta e ha portato il primo titolo piloti della classe regina ad una casa giapponese, la Yamaha, (il primo titolo costruttori era stato conquistato dalla Honda nel 1966) Suzuki, MV Agusta e la stessa Yamaha annunciano il ritiro ufficiale dal Motomondiale. La MV Agusta però proseguirà per un altro anno in forma privata affidando le proprie moto in gestione al Team di Agostini; alla fine del 1976 il ritiro sarà definitivo. La Yamaha ci ripenserà già nel 1977.
Altri ritiri eccellenti furono quelli della NSU nel 1954, della Ducati nel 1959, della Morini nel 1964 dopo l’eccellente 1963 in cui aveva sfiorato il titolo con Provini e della Benelli che, rientrata nel 1962 con la 4 cilindri, si ritirerà alla fine del 1970 in concomitanza con il divorzio da Pasolini.