Per drammaticità di avvenimenti la stagione del 1957, di cui vi abbiamo raccontato in altra occasione, è sicuramente seconda a quella del 1955.
Il 26 maggio nel corso di una sessione di prove non ufficiali alla guida di una Ferrari 750 Sport sul circuito di Monza moriva Alberto Ascari, due volte Campione del Mondo di F.1 (1952/53), vittima di un incidente le cui cause rimangono ancora oggi sconosciute.
Pochi giorni dopo, l’11 giugno, a Le Mans, durante la classicissima 24 Ore si verificava quello che a memoria d’uomo è ricordato come l’incidente più drammatico della storia dell’automobilismo e degli sport motoristici in generale: la Mercedes 300 SLR del francese Levegh investiva ad alta velocità un’auto più lenta sul rettifilo dei box; l’auto si spezzava praticamente in due ed i rottami, parti di carrozzeria e l’avantreno, venivano proiettati sulla tribuna falciando il pubblico. Oltre a Levegh morirono 83 spettatori e 120 feriti.
Nonostante l’insorgenza di polemiche sulla opportunità delle competizioni motoristiche, una decina di giorni dopo, il 19 giugno, si disputava la decima edizione della Milano-Taranto. Durante la gara persero la vita tre promettenti piloti della Mondial cui solo la scomparsa prematura impedì di arrivare alle competizioni di rango internazionale: Giuseppe Lattanzi e Ermanno Camilletti, entrambi portacolori della Mondial, e il faentino Angelo Montevecchi; in segno di lutto la Mondial prese la drastica decisione di ritirare le sue macchine ufficiali quando era in testa nelle categorie in cui partecipava.
Purtroppo non erano gli ultimi eventi luttuosi di quella sfortunata stagione. A Senigallia, il 30 luglio, mentre stava provando nelle prime ore del mattino la sua Morini 175 cc. Rebello sul circuito della località marchigiana, moriva il forlivese Mario Preta. Uscendo veloce da una curva, la moto sbanda, striscia contro un muro per poi schiantarsi contro un albero. Giunto in coma all’ospedale, il pilota cessa di vivere alle 11,45. Preta era uno dei piloti più in vista in quella stagione; pochi mesi prima si era aggiudicato la vittoria di classe con la Morini 175 nella drammatica Milano-Taranto risultando peraltro secondo assoluto in classifica generale alle spalle della Gilera 500 4 cilindri del vincitore Bruno Francisci.
In quel tragico 1955, in una gara secondaria a Recanati, moriva anche il giovane pilota ternano Claudio Maccaglia.
Inizialmente, a seguito di questi fatti, furono annullate le corse minori cui veniva vietata l’autorizzazione delle autorità locali (Comuni e Prefetti) che, giustamente, non volevano assumersene la responsabilità.
Poi, la tragedia della Mille Miglia del 1957 in località Guidizzolo, segnò la fine di tutte le gare di gran fondo su strade pubbliche; per qualche anno riuscì a salvarsi la sola Targa Florio.