In questa sede non vogliamo mettere in dubbio il valore assoluto dell’AGO nazionale che nel corso della sua carriera si è battuto fior di piloti partendo da Hailwood per poi proseguire con Pasolini, Read, Sheene, Roberts Sr., Cecotto tanto per fare qualche nome.
Personalmente ho sempre sostenuto che i titoli mondiali non si conquistano mai per caso e non sempre è per mera fortuna se ad un pilota viene offerta la miglior moto del lotto.
Quindi con questa nota non vogliamo assolutamente minimizzare i meriti di Agostini; se hanno scelto proprio lui per affidargli prima la Morini 250, “la monocilindrica più veloce del mondo”, poi le favolose MV Agusta e infine le arrembanti Yamaha 2 tempi, senza ombra di dubbio è perché il suo talento emergeva al confronto con gli altri piloti suoi coevi.
Però, poiché Agostini spesso pontifica dall’alto dei suoi 15 titoli sminuendo talvolta i successi di alcuni piloti, ritengo giusto fare una analisi della sua carriera cercando di attribuire un peso reale al suo palmarès perché, come ho avuto più volte occasione di scrivere, non sempre i numeri dicono la verità, o meglio non sempre esprimono il reale valore di un pilota. E’ pur vero, infatti, che nel quinquennio 1968/1972 ben 10 di quei 15 titoli Agostini li conquistò a mani basse.
Esplicito questa mia analisi per punti, senza elucubrazioni personali, nella speranza che in tal modo il mio punto di vista sia ben chiaro.
- Escludo da queste valutazioni il periodo in sella alla Morini per la scarsità di gare disputate;
- Escludo anche il 1965 perché è l’anno del debutto con le impegnative MV Agusta 350/500;
- Nel biennio 1966/67 fu sonoramente battuto da Mike Hailwood (Honda) nella classe 350;
- Nel 1966 conquistò il titolo della classe 500 a parità di vittorie con Hailwood; la discriminante fu l’affidabilità della Honda, infatti a quasi tutte le vittorie di Agostini corrisponde un ritiro di Hailwood mentre alle vittorie dell’inglese corrisponde un secondo posto di Ago; se poi a queste considerazioni aggiungiamo altre due sconfitte subite ad opera di Redman al debutto con la Honda 500 …. ;
- Nel 1967 la classe 500 ebbe un andamento molto simile a quello dell’anno precedente, esclusa la variabile Redman;
- Dieci (350 e 500) dei suoi 15 titoli li conquistò nel lustro 1968/72 quando i mezzi meccanici degli avversari più accreditati erano, oltre qualche sporadica apparizione di Pasolini con la Benelli, le artigianali Paton e Linto, le monocilindriche ad aste e bilancieri Aermacchi Ala d’Oro, qualche mono inglese (Norton, AJS, Matchless) e non dimentichiamo la MotoGuzzi 500 monocilindrica ex ufficiale 1957 (!) affidata a Mandolini; di questo periodo ho omesso la triste parentesi di Bergamonti perchè troppo breve per avere un valore statistico;
- Nel 1973, quando Agostini era ancora alla MV, il titolo della 500 andò a Phil Read su MV che seppe poi ripetersi nel 1974 quando Agostini era passato alla Yamaha (anche se a sua discolpa è doveroso ricordare l’episodio della benzina di Imola); in questo stesso biennio Agostini si aggiudicò il titolo della 350;
- Nel 1975 il titolo della 350 andò a Johnny Alberto Cecotto, anche lui su Yamaha come Agostini mentre Ago riuscì a conquistare il titolo della 500 battendo le MV di Read e Bonera (sostituito da Toracca in qualche occasione);
- Infine ho escluso anche il 1976 ed il 1977 perché era ormai alla fine della carriera, con la mente rivolta alle 4 ruote, impegnato in gara con moto non ufficiali in un team autogestito.
Potrei aggiungere (ma non ha molto senso): SE la Honda, e di conseguenza Hailwood, non si fosse ritirata alla fine del 1967, SE la MV avesse pensato prima di affiancarlo con un pilota di pari rango, SE la Benelli avesse avuto la forza economica di sviluppare le Benelli/Saarinen e SE non ci fosse stata la tragedia di Monza nel 1973 avrebbe comunque conquistato i 15 titoli?
A voi le conclusioni previa verifica di quanto ho scritto, ovviamente.