Tra tutti gli sfortunati piloti scomparsi prematuramente quello che più ha lasciato l’amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, è indubbiamente Jarno Saarinen , “the Flying Finn” (Turku, 11 dicembre 1945 – Monza, 20 maggio 1973). Come dimenticare quei lampi iniziali nel mondiale 1973: 5 primi posti nei primi 3 GP (Francia, Austria e Germania): 3 vittorie nella 250, 2 vittorie + un ritiro nella 500 al debutto nella categoria sia del pilota che della Yamaha. Era destinato ad anticipare di 12 anni la storica doppietta di Spencer (250 + 500 nel 1985). In precedenza aveva offerto come antipasto il titolo della 250 e la tripletta di Pesaro nel 1972 e le vittorie nelle 200 miglia di Daytona e di Imola all’inizio del 1973.
Mike Hailwood, nel 1971, nel ricordare l’amico-nemico rodesiano Gary Hocking compagno di squadra alla MV Agusta agli inizi degli anni ’60, così diceva dell’emergente Saarinen: “Per battere Gary non bastava essere al 100%, per superarlo dovevi prima superare te stesso. Recentemente ho visto un giovane finlandese che in pista ha molte sue caratteristiche: si chiama Jarno Saarinen”.
Nel 1973 la fiducia di Masayasu Mizoguchi, team manager Yamaha, nei confronti di Saarinen era ai massimi livelli tanto che nei suoi ambiziosi programmi il campione finlandese avrebbe dovuto tentare l’assalto alla conquista contemporanea del titolo di due classi, la 250 e la 500, se non addirittura anche quello della 350.
Ora non si sa se questa terza opzione fosse reale oppure facesse parte della leggenda del finlandese volante ma comunque, visto che il regolamento sportivo della FIM vietava ai piloti di partecipare a più di due Gran Premi nella stessa giornata – perché si riteneva pericoloso percorrere nella stessa giornata un numero eccessivo di chilometri di gara – Jarno inizialmente si concentrò solo sulla 250 e sulla impegnativa 500; vi ricordo che la Yamaha era al debutto nella top class e si batteva con la mattatrice MV Agusta di due campioni quali Agostini e Read.
Probabilmente, se è fondata l’ipotesi di tentare la corsa al terzo titolo, Saarinen avrebbe dovuto cercare di vincere il maggior numero di gare possibili e accumulando così un vantaggio tale da consentirgli di abbandonare poi una delle due, molto più probabilmente la 250, e passare alla 350 dove, confidando nel gioco degli scarti , avrebbe provato a rimontare la classifica (non è da escludere che l’amico Lansivuuori, un suo protetto, l’avrebbe supportato nell’epica impresa di conquistare tre titoli nello stesso anno).
Ed effettivamente le cose sembravano andare secondo questo ipotetico programma con 3 vittorie su 3 nella 250 e 2 vittorie ed un ritiro per rottura della catena in 500.