A volte nella vita si verificano delle fortuite circostanze che per alcuni sono assolutamente insignificanti mentre per certi personaggi assumono un significato emblematico e contribuiscono ad alimentarne il mito come nel caso di Giacomo Agostini.
La sua trionfale carriera nel Motomondiale infatti si è aperta con la vittoria in sella alla MV Agusta 350 nel 1965 sul circuito del Nurburgring e si è chiusa con la MV Agusta 500 dopo 21 anni, nel 1976, con una vittoria sullo stesso mitico tracciato: stesso costruttore e stesso circuito in entrambe le occasioni.
24 aprile 1965 Gran Premio di Germania (circuito corto del Nurburgring), classe 350: Giacomo Agostini, l’astro nascente del motociclismo italiano passato dalla Moto Morini alla MV Agusta, porta all’esordio nel motomondiale la 3 cilindri di Cascina Costa che aveva fatto una prima apparizione in pubblico durante le prove della Coppa Shell sul circuito di Imola. In gara non c’è storia; ben presto Hailwood, suo compagno di marca in sella alla “vecchia” 4 cilindri deve dedere il passo mentre Redman, su Honda. nel tentativo di resistere all’italiano cade al 18esimo giro riportando la frattura di un braccio. E’ il trionfo: Agostini ottiene la sua prima vittoria nel Mondiale; Hailwood arriva secondo.
Con questa vittoria si apre anche l’epoca della mitica 3 cilindri e del mito Agostini, un binomio che farà molto parlare di sè negli anni a venire.
Arriviamo al 1976, 15 titoli dopo. Due anni prima, nel 1974, Agostini aveva lasciato la MV per passare alla Yamaha con la quale conquisterà i suoi ultimi due titoli, quello della 350 nel 1974 e quello della 500 nel 1975. Alla fine del secondo anno la Yamaha decide di ritirarsi ufficialmente dalle competizioni mondiali. Agostini è indeciso se accettare una offerta della Suzuki o se tornare alla MV Agusta che, come la Yamaha, aveva deciso di ritirarsi dalle competizioni per mancanza sia di finanze che di competitività. Venne perciò proposto ad Agostini di affidargli le moto da gestire in proprio. Agostini accettò e creò il team API-Marlboro, costituito interamente dal reparto corse MV, uomini e mezzi. Ma i risultati furono deludenti, se si eccettuano le ultime due storiche vittorie: nella classe 350 ad Assen e nella classe 500 al Nürburgring. In verità, almeno nella classe 350, la 4 cilindri di Varese risultava ancora competitiva sotto il profilo delle prestazioni, ma era penalizzata dalla scarsa qualità delle componenti elettriche ed elettroniche che furono causa di continui ritiri.
Il 29 agosto 1976, sul circuito del Nurburgring, si disputa il Gran Premio di Germania, gara delle 500. Fu una gara memorabile: si gareggiava in condizioni meteorologiche incerte; Agostini, che oltre alla MV disponeva anche di una più performante Suzuki 500 2 tempi, decise di correre con l’MV Agusta, meno scorbutica della Suzuki e quindi più gestibile sul bagnato; si portò subito in testa e vinse la gara. Con questa vittoria si chiuse l’epopea della MV Agusta e di Giacomo Agostini. Questa fu anche fu anche l’ultima vittoria di una moto a 4 tempi prima dell’avvento della MotoGP. Ma per Agostini non fu l’ultima vittoria in assoluto perché durante la stagione successiva, il 25 settembre 1977, in sella alla Yamaha TZ750, vincerà l’ultimo Gran Premio della storia della Formula 750, sul circuito di Hockenheim.
Alla fine della stagione Agostini annunciò il ritiro dal motomondiale.