Luigi Chinetti è noto agli appassionati per essere stato il fondatore della scuderia NART (North American Racing Team), che poteva essere definita una emanazione americana delle attività sportive della Ferrari.
La NART collaborò con la Ferrari dal 1958 al 1982; tra i suoi successi più prestigiosi ricordiamo la vittoria alla 24 ore di le Mans del 1965 e il terzo posto alla 24 ore di Daytona del 1967. Ma Luigi Chinetti (Jerago con Orago (Varese, 17 luglio 1901 – Greenwich, 17 agosto 1994) conserva un posto particolare nella storia della Ferrari per aver condotto alla vittoria nella 24 ore di Le Mans del 1949 una 166 MM barchetta. In definitiva Chinetti conserva l’originale primato di essere stato l’artefice della prima e dell’ultima vittoria della Ferrari alla prestigiosa gara di durata.
La lunga storia che lega Chinetti alla Ferrari risale all’inverno del 1948 quando il quarantottenne pilota lombardo con cittadinanza statunitense che aveva già vinto la 24 Ore di Le Mans nel 1932 e nel 1934, va a Maranello proponendo ad Enzo Ferrari la partecipazione alla grande corsa. Chinetti chiede a Ferrari 2 macchine, 8 meccanici e 2 piloti da affiancare a sè ed a Pierre-Louis Dreyfus «Bisogna esserci, signor Ferrari, mi creda. Il gioco vale la candela» spiega Chinetti. «Io le macchine le vendo» pare sia stata la laconica risposta del Drake. A nulla contano le insistenze di Chinetti, caldeggiate anche dai tecnici Gioacchino Colombo ed Aurelio Lampredi; Ferrari è irremovibile. Chinetti allora compra due Ferrari 166 MM, trova un aiuto economico dall’inglese Lord Seldson, ingaggia i piloti francesi Jean Lucas e Pierre Louis Dreyfus. Si procura il personale necessario nel suo garage di New York cui affianca i due specialisti di Maranello che Ferrari gli mette a disposizione: il meccanico Mario Guerzoni ed il capo-meccanico Adelmo Marchetti. In gara Lord Seldson, che fa coppia con Chinetti, guida solo un paio d’ore lasciando il volante a Chinetti per ben 22 ore (un record!) Chinetti fa il colpo grosso: vince la classifica all’indice di prestazione e soprattutto conclude la corsa al primo assoluto. Un risultato storico. Due settimane dopo con la stessa vettura Chinetti vince anche la 24 Ore di Spa-Francorchamps in coppia con Jean Lucas e due anni dopo la Carrera Panamericana con Piero Taruffi su una Ferrari 212 Inter Vignale. Le sue relazioni con il Drake di Maranello cambiano completamente.
Quando, nel 1953, mette la parola fine alla sua carriera di pilota, apre la prima ed all’epoca unica concessionaria Ferrari negli Stati Uniti e diventa l’importatore ufficiale della Casa di Maranello in Nord America. Nel 1958 fonda il North American Racing Team (N.A.R.T.) con i soci George Arents, Jan de Vroom e Margaret Strong, una scuderia automobilistica che utilizza esclusivamente vetture del Cavallino Rampante.
La sua collaborazione con Ferrari era talmente stretta che nelle ultime due gare del campionato di Formula 1 del 1964, ovvero i GP di USA e Messico, la NART “prestò” i propri colori bianco/azzurri alle monoposto modenesi in quanto Ferrari, non avendo ottenuto dalla Federazione Internazionale l’omologazione della berlinetta 250LM, aveva restituito polemicamente la licenza di costruttore. La NART vincerà molte competizioni automobilistiche, prima fra tutte la 24 Ore di Le Mans del 1965 con la coppia Jochen Rindt e Masten Gregory con una Ferrari 250 LM.
Infine vogliamo ricordare un capolavoro realizzato sulla base della 275 GTB/4 su commissione di Chinetti il quale, ritenendo che vi fossero i potenziali acquirenti, chiese a Ferrari di realizzare 25 esemplari di una versione spyder della berlinetta. Non sono noti i motivi per i quali Ferrari rifiutò ed allora Chinetti affidò a Scaglietti il compito di trasformare 10 berlinette; nacque un capolavoro, la NART 275 GTB/4 spyder oggi ricercatissima dai collezionisti più facoltosi (da non confondersi con la NEMBO 250 GT del 1964 prodotta dalla carrozzeria Neri & Bonacini in soli tre esemplari, non identici ma molto simili tra loro). Uno delle 275 NART fu acquistata da Steve Mc Queen. La NART cessa la sua attività nel 1982. Luigi Chinetti muore a Greenwich, in Connecticut, nel 1994 all’età di 93 anni.