Giuseppe Elementi è nato a Montescudo, vicino Rimini, il 22 aprile del 1944. Gli affibbiarono il soprannome di Kocis perché per i capelli lunghi e i lineamenti particolari rassomigliava al grande capo Apache Chiricahua.
Da ragazzo di bottega divenne poi un affermato meccanico-preparatore; si avvicinerà al mondo delle competizioni solo in età già adulta per motivi economici, distinguendosi comunque per le doti di guida e la spericolatezza.
Nel 1971 debutta nella categoria Juniores con la Aermacchi Ala d’Oro 250 ex Marcaccini.
L’anno successivo si classifica secondo in campionato; con una Kawasaki 500 partecipa alla 500 Km di Monza in coppia con Filippi, ottenendo il miglior tempo in prova. Nel 1973 passa senior e gareggia con la Yamaha 250 ex Anelli.
Nel 1974 è pilota ufficiale della Bimota che gli affida le YB1 250/350 con la quale ottiene brillanti piazzamenti che lasciano ben sperare per l’anno successivo (nella foto a fianco lo vediamo sul podio con Agostini e Villa).
La Bimota YB1 venne prodotta tra il 1974 ed il 1975; il nome, come da prassi della casa riminese, sta ad indicare che questo è il primo modello motorizzato Yamaha, TZ 250/350 nella fattispecie.
Oltre al telaio, Tamburini realizzò una carenatura particolarmente avvolgente che arrivava a coprire le mani del pilota allo scopo di migliorare la penetrazione aerodinamica ma che, a detta proprio di Kociss, generava portanza in curva alleggerendo l’avantreno.
Nella gara di Campionato Italiano disputata ad Imola conquistò il terzo posto in sella alla BIMOTA YB1, regalando così alla Bimota il primo podio della sua storia (nella foto a fianco lo vediamo festeggiato da Morri, la MO di BIMOTA).
Per la gara di Misano del Campionato Italiano Seniores gli venne affidata una Aermacchi/HD e questo forse gli costò il titolo italiano perché non riuscì a classificarsi oltre il quinto posto mentre Mario Lega, in sella alla Bimota, si aggiudicò la gara.
Purtroppo durante l’inverno 1974/75, mentre provava la Bimota di un cliente a Misano, cadde fratturandosi una gamba; purtroppo subentrarono delle complicazioni con conseguente cancrena per cui dovette subire l’amputazione della gamba e svanì così il sogno di vedere rivivere in Kocis il mito di un altro riminese, Renzo Pasolini.
Il destino si accanirà ancora contro Beppe, così lo chiamano gli amici, perché perderà il figlio Luca, vittima di un incidente stradale.