«Enzo Ferrari? So solo che mi ha chiesto di sposarlo fino all’88, anno in cui è morto. Ma io gli ho sempre detto no. Mai stata innamorata di lui: il mio unico amore è stato Luigi Musso. Anche se con Ferrari ho avuto un rapporto a dir poco meraviglioso».
Così Fiamma Breschi diceva di Enzo Ferrari. Ma chi era questo personaggio poco noto, e che funzione aveva in Ferrari, se la aveva?
Era una bellissima donna, molto riservata. Dopo una breve parentesi come attrice cinematografica (nel 1954 aveva interpretato i film “In amore si pecca in due” e “Desiderio ‘e sole”) è stata la compagna di Luigi Musso, il pilota della Ferrari morto in un incidente a Reims il 6 luglio del 1958.
Dopo la morte di Musso si dice che fosse stata amata anche dallo stesso Enzo Ferrari, di cui divenne consigliera per molti anni.
Fiamma Breschi era nata a Firenze il 24 aprile del 1934 dove si è spenta il 20 novembre 2015.
Aveva conosciuto il pilota romano quando lei aveva diciassette anni e ne rimase affascinata. Lui era già sposato; la loro unione fu uno scandalo a quel tempo, perché lui lasciò moglie e figlia. Alla notizie della morte di Musso, Fiamma rimase particolarmente scossa; lei stessa racconta: “Quando il dottore mi disse che Luigi era morto feci per lanciarmi verso una finestra aperta dell’albergo, ma una stretta di mani mi afferrò e mi riportò alla realtà: erano quelle di Beba, la compagna di Juan Manuel Fangio”. Aveva sempre seguito il campione romano in giro per il mondo su tutti i circuiti dove amava raccogliere sulla sua borsa in pelle personale gli autografi degli amici piloti.
Qualche tempo dopo la morte del pilota Fiamma riapparve a Maranello con incarichi non ben precisi. Nel suo libro racconta che si occupava dell’ immagine di Enzo Ferrari, si interessava degli accessori delle vetture Ferrari e scriveva relazioni durante le corse. Il Giallo Fly della 275 GTB esposta al Salone di Parigi del 1964 fu una sua scelta.
Per oltre trent’anni è stata confidente, amica e “spia” di Enzo Ferrari. «Mi ha scritto per anni – raccontava – Conservo ancora le decine e decine di lettere che mi ha spedito. In questa corrispondenza durata anni ci sono anche le dichiarazioni – chiare, nitide, decise – in cui Ferrari mi chiese a un certo punto di diventare sua moglie”. Ma lei ha sempre rifiutato. Alcune fonti, fra cui Romolo Tavoni, raccontano una diversa realtà, e cioè che Ferrari, dopo la morte di Musso, le sia stato molto vicino, al punto che tra i due sia nata una relazione durata lungo tempo sfociata nel desiderio di Fiamma di sposare il Drake.
«Conobbi Ferrari la prima volta nel 1953 – così prosegue Fiamma nel suo racconto – e l’ultima volta che l’ho visto è stato nel 1987. E’ stato un grande uomo, con tanto cervello. Un difetto? Pretendere il massimo dalle persone».
Ferrari si recò un paio di volte alla casa di Firenze di Fiamma Breschi: “Era un’eccezione: tutti sanno che da Maranello non si muoveva. Ma a Firenze veniva a mangiare a casa mia. Nel 1976 fece coniare una coppa a mia madre con il cavallino rampante con scritto: <<A Clorinda, la cuoca più brava del mondo>>”.
Fiamma Breschi ha conosciuto tre generazioni di piloti, da Fangio a Senna. Vantava amicizie illustri; ne ricordiamo qualcuna con le sue stesse parole: “Delia Scala la conobbi quando era la compagna di Eugenio Castellotti, siamo rimaste amiche fino a quando è mancata; a Vittorio Gassman ho rifiutato un passaggio sulla mia auto, me lo chiese in modo molto scortese; Roberto Rossellini venne a casa mia perché lo aiutassi a convincere Enzo Ferrari a fare un film su di lui”.
Nel 1988 scrisse un libro di memorie, “Il mio Ferrari”.
Sempre molto riservata raramente concedeva interviste; ricordiamo quella che concesse a Enzo Biagi nel 1980, per il libro “Ferrari”.
Il 20 novembre 2015 se ne andata con la discrezione che l’ha contraddistinta per tutta la sua vita.