Effettivamente vedere un campionato di livello internazionale, anzi mondiale, monopolizzato da due soli costruttori e due o tre piloti non è uno spettacolo particolarmente attraente.
Pertanto l’organizzatore cerca di bilanciare le prestazioni delle diverse moto in competizione e, scimmiottando la MotoGP, sta pensando alla centralina unica come soluzione al problema.
Premesso che sono contrario per principio a questo tipo di limitazioni nelle competizioni di alto livello, nel caso della SBK mi sembra addirittura un paradosso: moto definite “derivate di serie” che dovrebbero rinunciare alla elettronica sviluppata per la versione in vendita al pubblico, cioè di serie.
Quale allora la possibile soluzione?
Parto da una riflessione: ci sono moto, come BMW, Suzuki e Yamaha, che in Campionati meno permissivi, come la Stock 1000, il TT o alcuni Campionati Nazionali, risultano competitive.
E’ evidente quindi che nel WSBK prevalgono le case che producono modelli altamente specializzati con continui aggiornamenti, cioè pensati espressamente per la partecipazione al Mondiale e che si impegnano più o meno direttamente nelle competizioni.
Non è un mistero, infatti, che Kawasaki e Ducati siano quelle più impegnate sia a sfornare modelli sempre più performanti, sia a sostenere team ufficiali con notevole impegno nello sviluppo della moto e che la Honda, capita la lezione, abbia messo in produzione la sofisticata CBR 1000 RR Fireblade SP2. Al contrario basti pensare che l’Aprilia, dominatrice alcuni anni fa, arranca nelle retrovie.
Pertanto, fatte queste riflessioni, a mio parere il regolamento dovrebbe prevedere:
- Aumentare il numero di esemplari minimi prodotti e venduti necessari per la omologazione; l’effetto dovrebbe essere quello di abbassarne il prezzo al pubblico per rivolgersi ad una platea più ampia e di conseguenza le moto dovrebbero essere meno sofisticate (il rischio è che un colosso come la Honda potrebbe metterle in vendita sottocosto);
- Regolamento tecnico meno permissivo: freni e sospensioni di serie con i necessari adattamenti (tubazioni, molle, materiali di attrito, liquidi) all’uso in pista.
- Nel contempo non imporrei valori standard; per intenderci, se sulla moto in vendita al pubblico riesco ad ottenere un peso particolarmente ridotto non vedo perché mi si debba imporre un peso minimo oppure se riesco a sviluppare una elettronica sofisticata perché dovrebbe essere tarpata?
Credo che con un regolamento del genere (indubbiamente da affinare, qui ne ho elencato solo i principi ispiratori) le case concorrenti potrebbero aumentare e si darebbe più spazio anche ai “preparatori”, una categoria in via di estinzione se non già estinta.