Di recente due personaggi dello sport hanno fatto discutere a causa dei loro più che lauti ingaggi; mi riferisco a Jorge Lorenzo, pilota della Ducati, e a Gianluigi Donnarumma, giovanissimo portiere del Milan.
In verità i motivi che hanno innescato la polemica sono leggermente diversi; nel caso di Lorenzo qualcuno ritiene elevato l’ingaggio per il ritorno che sta dando (o meglio che non sta dando) il Campione spagnolo sul piano dei risultati in gara mentre nel caso di Donnarumma si pone l’accento sulla questione morale, ovvero sulla riconoscenza che il giovane calciatore dovrebbe avere nei confronti della Società.
Nel caso dello spagnolo vorrei ricordare che Schumacher arrivò alla Ferrari, lautamente pagato, nel 1996 e solo nel 2000 conquistò il suo primo titolo con la Rossa.
Per quanto riguarda il caso di Donnarumma ricordo brevemente che il Milan avrebbe offerto 4 milioni l’anno per il rinnovo, ma Raiola, il procuratore del portiere, per il momento ha rifiutato perché ci sarebbero offerte più elevate da parte di squadre blasonate europee.
La discussione, in entrambi i casi, si è poi estesa sul piano della morale, ovvero su quale giustificazione possano avere stipendi così elevati rispetto al nostro contesto socio/economico.
Da appassionato degli sport del motore escludo subito che un pilota sia pagato perché “rischia la vita”; un pilota correrebbe anche gratis pur di avere il mezzo vincente (a tal proposito basti ricordare il drastico taglio che Andrea Dovizioso ha accettato pur di rimanere alla guida della moto al cui sviluppo ha partecipato significativamente).
Per quanto attiene il caso Donnarumma, non me ne intendo di calcio ma vorrei dire la mia sull’argomento perché credo che siano riflessioni di carattere generale, valide per qualsiasi personaggio dello sport o anche dello spettacolo.
A prescindere dalla “immoralità” di certe prebende, io penso che il compito di un procuratore sia quello di trovare la migliore collocazione per il proprio “assistito”; dunque, se le migliori squadre d’Europa lo cercano e gli offrono di più mi sembra che il procuratore stia agendo al meglio negli interessi di Donnarumma. A questo poi aggiungiamo che i guadagni del procuratore sono sicuramente commisurati a quelli che riesce a spuntare per il giocatore.
Ma, e questo vale per tutti gli sport, c’è anche da considerare che la quotazione (brutta espressione se ci si riferisce ad un essere umano) rende allo sportivo l’idea del proprio valore sia da un punto di vista tecnico rispetto a quello degli avversari che su quello dell’attrazione mediatica e quindi sulla capacità di attrarre sponsorizzazioni per sé e per il suo “datore di lavoro”.
Ai moralisti vorrei ricordare che buona parte di quei soldi siamo noi a fornirli pagando prezzi di biglietti a volte esagerati o “alimentando” le pay TV o acquistando, spesso senza necessità alcuna ma solo per moda, i prodotti degli sponsor.
E comunque i due casi citati non sono isolati. Abbiamo già dimenticato gli ingaggi di alcuni personaggi popolari dello spettacolo o della Formula 1 o della MotoGP?
In particolare nel motociclismo certi ingaggi, peraltro limitati a pochissimi piloti, se li sognavano quando il Motomondiale non veniva trasmesso in TV.