Infatti con questa imperiosa vittoria Hamilton pareggia il numero di gare vinte (3) e si porta a soli 12 punti da Vettel.
Il week end era cominciato bene per Hamilton prima constatando che la sua monoposto sembrava avesse risolto i problemi di gestione degli pneumatici e poi entrando nella storia conquistando la sua 65esima pole position, alla pari con il suo idolo, Ayrton Senna. Schumacher, con 68 pole, è a tiro.
Per questo traguardo la famiglia di Senna gli ha fatto omaggio di una replica del casco dell’asso brasiliano.
La Ferrari, con il quarto posto di Vettel, è costretta a valutare l’esito di questa gara da due opposte angolazioni: la valutazione è negativa se si guarda al risultato dopo essere partiti in prima fila; la valutazione è decisamente positiva se si pensa invece a come si era messa la gara dopo cento metri quando Vettel, forse per una indecisione allo start, veniva infilato a sinistra da Bottas e a destra da Verstappen che chiudendo la traiettoria gli rovinava l’ala anteriore costringendolo ad un pit stop anticipato e prolungato per la sostituzione del musetto.
A quel punto Vettel ha mostrato tutto il suo valore rimontando dall’ultimo al quarto posto finale. Forse avrebbe potuto ottenere qualcosina in più se lo avessero richiamato in regime di Safety Car.
E, come al solito (repetita iuvant?), la cronaca della gara sostanzialmente si esaurisce qui.
Registriamo, con dispiacere e delusione, l’ennesimo ritiro di Alonso che, salendo in tribuna a salutare i suoi sostenitori, sembra aver accennato ad un addio al suo mondo (Indycar? Endurance? O ancora Formula 1 in Renault?).
Tra le squadre si confermano come delle ottime seconde linee la Red Bull e la Force India.
Tra i piloti non possiamo che definire anonimi Raikkonnen e Bottas mentre non è possibile esprimere un giudizio su Verstappen costretto troppo presto al ritiro.
Lo spareggio riparte dal Gran Premio d’Azerbaigian, domenica 25 giugno.